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luogo di dedica, dissi nell’avviso ai Lettori, che io l’aveva fatta unicamente stampare per comodo di uno de’ maggiori Principi dell’Europa. Con qual piacere avrei parlato delle sue virtù, del suo talento e di quella dolcissima umanità, che lo distingueva? Ma se allora non potei farlo, mi soddisfeci in parte nell’occasione seguente.

Lo condussero i Cavalieri Deputati alla visita de’ quattro insigni Ospitali, ch’io ho descritti al principio del Tomo XV. Era già stato agl’Incurabili ed ai Mendicanti, ed aveva colà ammirato e goduto la Musica la più eccellente, frammischiata di qualche pezzo novello fatto apposta per lui. Doveva esser condotto verso la metà della Quaresima all’Ospitale della Pietà, e quelle giovani Virtuose desideravano di farsi onore e di sorpassare le altre, s’era possibile. L’Eccellentissimo Signor Pietro Foscarini, Procurator di San Marco, era uno de’ Governatori di quell’armonico Conservatorio, e presiedeva al Coro in quell’anno. Desiderava egli di secondare il desiderio delle Coriste, ed avrebbe voluto far qualche cosa di nuovo; ma il tempo era ristretto e la composizion della musica ne esigeva molto di più. Avea io composto per commissione del Cavaliere medesimo, e ad uso di camera delle figlie suddette, tre cantate per Musica, una a due voci, intitolata la Ninfa saggia, una a tre, Gli Amanti felici, e una a quattro, intitolata Le quattro Stagioni, poste in musica tutte tre dal Signor Gennaro d’Alessandro, Maestro di cappella e Compositore di detto Ospitale. Mi fece l’onore sua Eccellenza il Signor Procuratore di consultarmi in quell’occasione, e di domandarmi se in queste cantate, le quali avevan piaciuto, si poteva qualche cosa innestare, che riguardasse il Principe particolarmente. Chiesi tempo a rispondere; gli comunicai il giorno dopo la mia intenzione, gli piacque, ed ecco quello che ho fatto.

Nelle tre cantate suddette intervenivano nove di quelle figlie di Coro, ch’erano le principali. Feci un nuovo Componimento, intitolato le Nove Muse, e senza cambiare una nota, ne delle arie, nè de’ recitativi, feci servire la musica delle tre cantate alle parole della novella Composizione; e facendo parlare le Muse secondo


quegli