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tativa, si presentò al pubblico la prima volta col Personaggio di Enrico nella Tragedia mia di tal nome, e piacque universalmente, non essendo egli sì brillante nelle Commedie, come il Vitalba, ma più composto e più nobile nelle Tragedie.

Passabile era il Golinetti colla maschera di Pantalone, ma riusciva mirabilmente senza la maschera nel personaggio di Veneziano giovane, brillante, giocoso, e specialmente nella Commedia dell’Arte, che chiamavasi il Paroncin. Il Paroncin Veneziano è quasi lo stesso che il petit-Maître Francese: il nome almeno significa la stessa cosa; ma il Paroncin imita il petit-Maître imbecille, ed evvi il Cortesan Veneziano, che imita il petit-Maître di spirito. Il Golinetti era più fatto per questo secondo carattere, che per il primo.

L’osservai attentamente sopra la Scena, l’esaminai ancora meglio alla tavola, alla conversazione, al passeggio, e mi parve uno di quegli Attori, che io andava cercando. Composi dunque una Commedia a lui principalmente appoggiata, col titolo di Momolo Cortesan. Ecco la prima Commedia di carattere, ch’io ho composto; ma siccome non poteva ancor compromettermi delle altre Maschere, non abituate a recitar lo studiato, scrissi solo la parte di Momolo, e qualche dialogo fra lui e le parti serie, lasciando gli altri, e l’Arlecchino principalmente, in libertà di supplire all’improvviso alle parti loro. Malgrado la volontà ch’io aveva di riformare questo improvviso, che producea delle dissonanze notabili e rovinose nella Commedia, non osai di mettermi tutto ad un tratto a navigar contro la corrente, sperando a poco a poco condurre i Comici e gli Uditori al mio intento, come mi è riuscito qualche anno dopo felicemente.

La Commedia riuscì a perfezione. Il Golinetti la sostenne con tutta la desiderabile verità, ed il bravo Sacchi Arlecchino lo secondò sì bene, ch’io ne fui estremamente contento. Se tutte le maschere avessero il talento del Sacchi, le Commedie all’improvviso sarebbero deliziose; onde ripeterò quel che ho detto altre volte: io non sono inimico delle Commedie a Soggetto, ma di que’ Comici, che non hanno abilità sufficiente di sostenerle.


Quando