la sua scolara; ed io, ch’era destinato a tale incombenza, mi presentai al Compositore d’ordine del Cavaliere padrone. Mi ricevette egli assai freddamente. Mi prese per un novizio, e non s’ingannò, e non trovandomi bene al fatto nella scienza degli stroppiatori de’ Drammi, si vedea ch’egli avea gran voglia di rimandarmi.
Sapeva egli l’applauso, che avea riportato il mio Bellisario, sapeva la riuscita de’ miei intermezzi; ma l’impasticciare un dramma era cosa calcolata da lui per difficile, e che meritava un talento particolare. Mi sovvenne allora di quelle Regole, che mi fecero delirare a Milano, quando lessi la mia Amalasunta, e aveva anch’io volontà d’andarmene; ma la mia situazione, e il dubbio di scomparire in faccia di Sua Eccellenza Grimani, e la speranza di aver la direzione del grandioso Teatro di San Giovanni Crisostomo mi fece dissimulare e pregar quasi il Prete Rosso a provarmi. Mi guardò egli con un sorriso compassionevole, e preso in mano un libretto: Ecco, dice, ecco il Dramma, che si dee accomodare: la Griselda di Apostolo Zeno. L’opera, soggiunse, è bellissima: la parte della prima Donna non può essere migliore: ma ci vorrebbero certi cambiamenti.... Se Vossignoria sapesse le Regole.... Basta; non le può sapere. Ecco qui, per esempio, dopo questa scena tenera vi è un’aria cantabile; ma come la Signora Annina non... non... non ama questa sorta di Arie (cioè non le sapeva cantare) qui vorrebbe un aria d’azione.... che spiegasse la passione, ma che non fosse patetica, che non fosse cantabile. Ho capito, risposi, ho capito; procurerò di servirla: mi favorisca il libretto. Ma io, riprende il Vivaldi, ne ho di bisogno: non ho finito i recitativi; quando me lo renderà? Subito, dico, mi favorisca un pezzo di carta, ed un calamajo.... Che? Vossignoria si persuade, che un’aria di un’opera sia come quelle degl’intermezzi! Mi venne un poco di collera, e gli replicai con faccia tosta: mi dia il calamajo, e tirai di tasca una lettera, stracciando da quella un pezzo di carta bianca. Non vada in collera, mi disse modestamente, favorisca, si accomodi qui a questo tavolino: ecco la carta, il calamajo e il libretto; faccia a suo comodo: e torna allo scrittojo, e si mette a recitar il breviario. Leggo al-