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di San Gio. Crisostomo, appartenente alla stessa famiglia Grimani, il Signor Sebastiano Biancardi Napolitano, uomo di estrazione molto civile, il quale lasciata la Patria erasi (non so per qual causa) cambiato il nome, e chiamavasi Domenico Lalli. Aveva egli del genio per la Poesia; e dalle opere sue stampate si può giudicare del suo talento. Le dediche in quel tempo erano decadute di quella fortuna di cui godevano ne’ tempi addietro; ma pure si sostenevano ancora in qualche riputazione: e il Lalli dedicando i libretti de’ Drammi vecchi, quando ricomparivano vestiti di nuovo sopra la scena, ne ricavava qualche profitto. Io fui proposto per succedergli in quest’impiego; ma non curandomi di un guadagno, che mi pareva assai stravagante, fu detto che l’utile delle dediche resterebbe al Lalli, ed a me la direzion del Teatro, rimettendo alla generosità del Cavalier padrone la ricognizion delle mie fatiche. Ciò piacque al Lalli medesimo, e fummo sempre in buona armonia ed amicizia.

Era il Compositor della Musica di quell’anno per l’Opera dell’Ascensione il Signor Abbate Vivaldi, detto il Prete Rosso, per il colore de’ suoi capegli, e malamente da alcuni chiamato il Rossi, credendolo il nome della sua Famiglia.

Questo famosissimo Suonator di violino, quest’uomo celebre per le sue suonate, specialmente per quelle intitolate le quattro stagioni, componeva altresì delle Opere in musica; e quantunque dicessero i buoni conoscitori ch’egli mancava nel contrappunto, e che non metteva i Bassi a dovere, faceva cantar bene le parti, e il più delle volte le Opere sue hanno avuto fortuna.

Dovea recitare in quell’anno per prima Donna la Sig. Annina Giro o Giraud, figlia di un Parrucchiere originario Francese, la quale sendo scolara di esso Vivaldi chiamavasi comunemente l’Annina del Prete Rosso. Non avea bella voce, non era gran virtuosa di musica, ma era bella e graziosa: gestiva bene (cosa rara in que’ tempi) ed aveva de’ Protettori: non ci vuole di più per meritar il posto di prima Donna. Premeva estremamente al Vivaldi un Poeta per accomodare o impasticciare il Dramma a suo gusto, per mettervi bene o male le Arie, che aveva altre volte cantate


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