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Toscana; e il solo Cicisbeo sconsolato era stato addottato dai Comici fra le Commedie dell’Arte, ma sfigurato, e ridotto alla foggia de’ loro pasticci, come fatto avevano della Sorella del Porta, dei Menechmi di Plauto, del Convitato di pietra e di molte altre, che non conoscevano de’ loro Autori che il titolo.

Conevano altresì su quelle scene d’allora alcune Commedie, dette di carattere, come il Conte Pasticcio, il Don Chisciotte, la Maestra di scuola, lo Smemorato, il Paroncino, il Prepotente, il Servo sciocco ed altre in buon numero; ma i caratteri erano falsi, fuor di natura, e sagrificati al ridicolo grossolano, senza condotta, senza verità e senza ragione.

Io moriva di voglia di metter mano ai caratteri veri, e di tentar la riforma ch’io divisava; ma non era ancora venuto il tempo, e ho dovuto contentarmi di lavorare passabilmente negl’intermezzi, e di fare alcuna di quelle Opere sceniche, ch’io lasciava dai comici chiamar Tragedie; ma sapeva in coscienza, che non poteano passar per tali.

Fui presentato dall’Imer a sua Eccellenza il Signor Michele Grimani, il secondo de’ cinque fratelli padroni del Teatro di S. Samuele; e il Cavaliere di cuor nobile e generoso, e di maniere dolci e soavi, mi accolse con estrema bontà; e all’insinuazione dell’Imer mi stabilì per Compositore, con un onorario non molto considerabile, ma che poteva bastarmi per il mio bisogno d’allora.

Il Signor Gori accennato, mio collega nella professione dell’Avvocato ed in quella di Poeta comico, autore di Mestre e Malghera, e che avea lavorato l’intermezzo della Pellarina sul piano della mia Cantatrice, non fu contento della mia associazione; e quantunque l’Imer gli protestasse che le opere sue sarebbero state ben ricevute e ricompensate, si sdegnò, privò i Comici dei suoi lavori e me della sua amicizia: l’invidia ha preso a perseguitarmi, prima ancora ch’io cominciassi. Non aveano ancora dato niente del mio.

Studiavano le parti serie il mio Bellisario, ed attendevano il ritomo de’ Villeggianti per porlo in iscena. La mia Pupilla era fra le mani del Signor Maestro Maccari Romano compositore di


musica,