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parte a cavallo, erano entrati in Milano, ed erano squadronati sulla Piazza del Duomo. Una tale sorpresa, inaspettata, non penetrata da chi che sia, fece stordir tutto il mondo, e fu quello il cominciamento della guerra de’ Gallo-Sardi contro degli Alemanni nell’anno 1732. Scrissi immediatamente, e spedii una staffetta al mio Residente in Venezia, che prese le poste ed arrivò due giorni dopo a Milano.

Cresciuto il numero de’ Gallo-Sardi in Milano, si disposero all’attacco di quel Castello. Fecero sloggiare immediatamente tutti quei che abitavano il luogo di quella Piazza, e la mia Compatriotta fu obbligata sortire. Accorsi alla notizia ch’ella mi fece avere di ciò, ed obbligato a ripiegar nel momento, la collocai con estrema fatica in casa di un Genovese venditor di limoni, dove non mi era permesso vederla che in mezzo ad una numerosa e fastidiosa famiglia.

Tre giorni dopo arrivò un Corriero estraordinario della Repubblica Serenissima con un dispaccio al Veneto Residente, in cui gli ordinava di partir subito di Milano, e di condursi e di stabilirsi a Crema, città del Dominio Veneto, quaranta miglia di là distante. Si dispose il Signor Residente a partir bentosto. Io era in dubbio di seguitarlo, ma essendosi egli disfatto con tal occasione del suo Segretario, offrì a me un tal posto, e in una tal congiuntura, in cui mi poteva far dell’onore, non ebbi cuore di ricusarlo.

Raccomandai la giovane al Genovese, dissi addio ai Comici, impacchettai il mio Bellisario e lo portai meco a Crema. Appena colà arrivato, cercai del Zio della Veneziana, ma in virtù delle mie raccomandazioni era sortito di carcere, ed era andato a Milano ad unirsi con sua Nipote. Sentirete nel Tomo seguente chi era questo Zio, chi era questa Nipote. Vedrete il mio Bellisario finito, e mi vedrete, fra le armi e fra le disgrazie, giungere al desiderato impiego di Compositor di Commedie.

L’AU-