Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/121


79


ratteri, i loro costumi ed i loro maneggi. Trovando il Casali uomo onesto e civile, ed il meglio istruito degli altri nel suo mestiere, mi legai con esso lui particolarmente, gli svelai la mia inclinazione per li comici componimenti, il desiderio ch’io aveva di far una prova del mio talento, ed il bisogno ch’io avea di sapere, se i Commedianti aveano delle regole così insulse e così stravaganti, come avea trovato fra i Musici. Il Casali è uomo serio, ma non risparmia i termini, quando si tratta di dire la verità. Mi ha fatto un dettaglio esatto delle regole non della Commedia, ma dei Commedianti, che mi ha fatto talvolta ridere e talvolta arrabbiare. La regola la più ridicola delle altre, e che mi ha più disgustato, è questa: Le prime donne, i primi amorosi non cedono le prime parti a nessuno. Sieno vecchi, cadenti, non lasciano di rappresentare le parti di giovani amanti, di semplici giovanette, e che la Commedia precipiti, e che il Teatro perisca, piuttosto che perdere il diritto del loro posto. Questo non è ancor tutto. Se la prima donna è di carattere dolce, inclinata al patetico, e che la prima parte di una Commedia o di un’opera sia di un personaggio collerico, trasportato, furioso, la prima attrice preferisce di rendersi odiosa al pubblico, piuttosto che cedere ad una seconda la parte che meglio le converrebbe. Gli uomini fanno lo stesso, e quegli che si è acquistato del credito nel rappresentare un Bruto, un Cicerone, un Sansone, lo perde affatto volendo sostenere il carattere di un Don Gelsomino, di un Cicisbeo affettato, di un Discolo, di un Prodigo o di un Amoroso. Ma (diss’io allora) chi facesse un Componimento nuovo, e lo desse ai Comici, e li pregasse di arrendersi alla distribuzion delle parti?... Non Signore (m’interruppe il Casali), voi non fareste niente. Voi riuscireste a far cedere i Comici in tutti gli altri articoli delle loro regole; ma in questo non lo sperate.

Bisognerebbe dunque (ripresi a dire) comporre un’opera precisamente adattata ai caratteri personali di quei che devono rappresentarla. Oh! sì (rispose), sì certamente, se un Autore volesse a ciò suggettarsi, sarebbe quasi certo della riuscita. In fatti il Casali avea gran ragion di così parlarmi. L’ho provato in seguito


per