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ascoltarlo, indi lo tratteneva egli solo col facile ed erudito suo ragionare: invitando il pubblico a proporgli de’ quesiti difficili, e gli scioglieva felicemente; e per evitare il titolo e la taccia di Ciarlatano, diceva che Ciarlatani son quelli che si espongono al Pubblico con de’ Buffoni sul palco, e ch’egli all’incontro montava solo, affidato alla bontà de’ suoi medicamenti, i quali per verità erano universalmente apprezzati.

A Milano aveva egli rinunziato a questa bella difesa del suo mestiere; teneva una Compagnia completa di Commedianti, che montavano in banco con esso lui, e si framischiava egli nelle loro burlette, ed ha continuato a ciò fare, fintantocchè ritrovandosi parecchi anni dopo a Verona in tempo di una mortifera epidemia di mali di petto, trovato, non so se a caso o per istudio, il segreto di guarire una tal malattia colle mela appiole ed il vino di Cipro, fu dall’applauso universale e dalla protezione di quel pubblico Rappresentante elevato al grado di Protomedico di detta città, nel qual posto morì pochi mesi dopo, non pianto certamente da’ Medici di quel Paese.

La Compagnia de’ Commedianti al soldo dell’Anonimo (per rivenire al nostro proposito) era una delle migliori fra quelle che in Italia si chiamano Compagnie volanti. Fra i buoni attori, che la componevano, eravi il bravo Pantalone Francesco Rubini, che fu poi il successor di Garelli nel teatro Vendramini di San Luca, o sia di San Salvatore in Venezia, e l’onorato Gaetano Casali Lucchese, che passò da li a poco tempo in carattere di primo Amoroso nel teatro Grimani di San Samuele, e di cui avrò occasion di parlare più di una volta.

Trovandosi dunque questa Compagnia in Milano, ed essendo il Teatro disoccupato, i Direttori l’accordarono per la Primavera e l’Estate a que’ Comici, i quali lavorando (com’essi dicono) dentro e fuori, terminate le loro Farse in Piazza, davano delle Commedie dell’arte in quel gran Teatro. Non mancava io certamente di frequentarlo, e contento più degli Attori che delle loro comiche rappresentazioni, m’introdussi sulla scena, feci amicizia con alcuni di loro, e passava il mio tempo ad esaminare dappresso i loro ca-


ratteri,