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mente di quando in quando le idee teatrali; ma siccome la Toga Forense mi aveva inspirata la serietà, invece di pensare a Commedie, rivolsi l’animo alle opere musicali, e composi un dramma per musica, intitolato Amalasunta, Opera di mia testa, di mia invenzione, ma per la quale avea spogliato bastantemente la Didone e l’Issipile di Metastasio. Ciò non ostante, mi pareva di aver fatto moltissimo, ed era assai contento della mia produzione. Ho trovato de’ lodatori, che mi hanno un po’ insuperbito, ed ho tenuto quest’opera presso di me con grandissima gelosia, finchè, trovandomi poi a Milano, ne rimasi disingannato; come avrò occasione di dire, allorchè parlerò del mio viaggio nella Città suddetta.
Un’altra opera ho fatto, in que’ tempi d’ozio, e vuò parlarne (benchè sia cosa che non lo meriti), per una ragione che si vedrà parimenti nel mio viaggio di Bergamo. Quando un uomo pensa e medita, e non ha faccende, dicesi ch’ei fa de’ lunarj. Chi avesse detto così di me, non l’avrebbe sbagliata, poichè effettivamente composi un lunario. Qualchedun che lo vide, trovollo degno del pubblico, ne parlò ad uno Stampatore, io non voleva darlo, ma offrendomi dodici zecchini in regalo e diverse copie, non potei resistere e glielo diedi, con condizione però che non si pubblicasse il mio nome. Era intitolato: L’esperienza del passato fatta astrologa del futuro. Il discorso generale e quelli delle stagioni erano tanto critici, che poteano passar per buoni, trattandosi di un lunario; e certcunente erano veri, ed avevano l’aria di novità. Di più non solamente ogni lunazione, ma ogni giorno eravi un quartetto, che conteneva un prognostico, cioè una Critica del costume; e come io aveva naturalmente lo spirito comico, ogni pensiere potea servir di soggetto per una Commedia, ed io medesimo me ne sono qualche volta servito. In fine il mio Lunario fece strepito, fu ristampato, ed ecco la prima volta ch’io ho avuto il piacere di dar qualche cosa alle stampe, è vero senza il mio nome, ma non ho mai negato di esserne io l’autore. So che dopo la medesima idea è stata copiata e contrafatta da altri, onore che mi è stato fatto in tutti i tempi, e che io non credeva di meritare.
Un giorno ch’io mi occupava, al solito, in cose di tal na-
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