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capitolo xl 371


e di sana politica. Io mi affaccio a questa tribuna per dare a tal verità uno svolgimento utile alla Francia ed a’ suoi legislatori. In séguito ad una petizione rimandata al vostro Comitato di pubblica istruzione, io vengo ad eccitare in suo nome la rappresentanza nazionale in favore di un vecchio straniero, di un letterato illustre, che da trent’anni considera la Francia quale sua patria, e il cui ingegno e le cui virtù meritarono la stima di tutta Europa.

Il Goldoni, autore saggio e morale, detto dal Voltaire il Molière dell’Italia, fu chiamato a Parigi nel 1762 dall’antico governo. Dal 1768 godeva un’annua provvisione di lire 4000. Questa provvisione, che formava tutta la sua fortuna, gli veniva pagata negli ultimi anni sui fondi della lista civile. Dal mese di luglio ultimo scorso non ricevette più un soldo, ed ora in virtù di uno dei vostri decreti codesto vecchio ottuagenario, che per l’eccellenza de’ suoi scritti ben meritò della Francia e dell’Italia, è ridotto alla misera. In età di 86 anni, non avendo più altri mezzi che il buon cuore di un nepote, il quale divide con lui lo scarso frutto di un lavoro assiduo scende nella tomba pieno d’infermità e di miseria, ma benedicendo il Cielo di morire cittadino francese e repubblicano.

Voi, o cittadini, dividerete l’emozione, che provò il vostro Comitato d’istruzione pubblica. Se vi avviene talvolta di essere obbligati a compiere un ufficio di rigore in nome della nazione francese voi sentite pure il bisogno di mostrarvi di quando in quando i rappresentanti della generosità. Voi stenderete una mano benefica a ciò che vi ha di più sacro sulla terra, alla virtù, al genio, alla vecchiaia, alla sventura. Voi non frapporrete indugi, perchè la natura non rimane sospesa, e fra poche ore forse il vostro benefizio riuscirebbe tardo.

Voi non considererete come un istante perduto quello che porterà l’impronta di un atto di beneficenza e di giustizia, e non avrete altro rammarico fuorchè quello di non poter rallentare il corso del tempo, e prolungare i vostri benefizii. Vi propongo in conseguenza l’approvazione del seguente decreto:

Art. I. L’annua provvisione di lire 4000 concessa al Goldoni nel 1768, gli sarà pagata in avvenire dalla Tesoreria Nazionale.

Art. II. Ciò che gli è dovuto della provvisione suddetta dal mese di luglio ultimo scorso, gli sarà pagato subito a sua richiesta.

La Convenzione approva.

Tornata del 9 di febbraio 1793.


Chénier. Cittadini, allorquando, pochi giorni or sono, io invocava la vostra beneficenza verso di uno straniero letterato illustre ed ottuagenario, era ben lungi dal pensare, che la mia voce suonasse in questo recinto troppo tardi, e che nel momento stesso in cui io parlava, il Goldoni non vivesse più. Se da quindici giorni che io faceva ressa per salire alla tribuna, mi fosse stata concessa la parola, della quale credo di non avere mai abusato in quest’Assemblea, il Goldoni, la mercè della vostra giustizia e pietà, sarebbe morto con la consolazione di non essere stato dimenticato dalla nazione francese, che egli aveva adottata quale madre, ed amava tenerissimamente. Ma rimane la vedova di lui, in età di 76 anni alla quale non lasciò altra eredità che un nome illustre, molte virtù e una estrema povertà. Io vi supplico di distrarre in favore di lei una piccola parte di quei benefizii, onde voi colmaste quello scrittore virtuoso. Io credo che porgendovi l’occasione di fare un po’ di