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capitolo xxxix | 367 |
disfa a quelli del suo stato; ma le qualità del suo cuore non sono così comuni. Ben pochi s’affezionano alla umanità bisognosa al pari di lui; la porta della sua abitazione è sempre aperta agli infelici, anche i mal vestiti trovano accesso alla sua persona, e il titolo di nazionale basta per avere diritto alla sua protezione. Mi perdoni di grazia Sua Eccellenza: io non ho potuto astenermi di dare in questa occasione un piccolissimo saggio delle sue virtù, e non ne dirò altro.
Lascio un soggetto che mi sta a cuore, e passo ad un altro, che non è meno importante per me. Amo la Francia, e per conseguenza mi compiaccio della gloria del suo sovrano, e de’ vantaggi dei suoi concittadini. Ovunque io vo, non intendo parlare che del porto di Cherbourg. Ne esisteva già in questa città uno che per la sua felice situazione arrecava in codesta parte importante dell’Oceano notabili vantaggi; ma non essendo nè abbastanza vasto nè abbastanza profondo, non poteva ricevere che piccoli legni, adesso invece si va ponendo in istato di contenere un’armata. Quest’opera immensa è già inoltrata, ed in tre anni si son fatti prodigi. È già superata la profondità del mare, per elevare sul medesimo una estensione di terreno capace di batterie e fortificazioni, e devesi inoltre ampliare quanto occorre da ambe le parti, per difendere meglio i vascelli dalla violenza dei venti e delle onde. Ecco dunque un’opera degna degli antichi Romani. Luigi XVI nulla trascura per vie più stabilire la sicurezza e la tranquillità dei suoi Stati; è andato egli stesso a visitare sul posto i lavori e ad animare i lavoranti, ed ha sparso dovunque la beneficenza e la gioia. Quante acclamazioni! quanti elogi! quante benedizioni non ha egli mai riportate! Io pure prendeva parte del contento del pubblico; ma non era meno commosso a una buona notizia che mi riguardava particolarmente. Dovevano darsi a Versailles alcuni spettacoli teatrali per forestieri illustri che erano festeggiati dalla corte di Francia, ed il mio Burbero benefico era nel numero delle commedie scelte per questa occasione. Il mio amor proprio ne rimase blandito, non tanto per l’occasione, quanto perchè vi doveva prender parte il signor Préville recentemente ritiratosi dal teatro. Questo incomparabile attore piacque come sempre, e destò l’ammirazione secondo il solito; onde la mia commedia si conciliò nuovi partitanti ed io nuovi protettori.
Il Teatro Francese fece una grave perdita pel ritiro del signore e della signora Préville, e del signor Brisard e della signorina Fanié. Vi restano però sempre buoni attori ed eccellenti attrici per conservare quella riputazione che a giusto titolo si è sempre meritata. Furono esposte in séguito su questo teatro parecchie altre composizioni tragiche e comiche, la maggior parte delle quali ebbero il pubblico incontro. Siccome vo al teatro ben di rado, non sono perciò in grado di far parola di quelle composizioni, che non conosco se non per averne inteso parlare. Ma per altro ho veduto l’Incostante del signor Collin, ed ho trovato graziosa la commedia, eccellenti gli attori. Il signor Mollé, fra gli altri, mi è parso sempre nuovo, sempre maraviglioso. Egli è tuttora l’istesso giovine piacevole, vivace ed elegante, quale appunto era vent’anni fa. Questo celebre attore nella sua parte dell’Incostante sembrava il personaggio medesimo di Dorval nel Burbero benefico. Io credo, che riuscirebbe egualmente bene in quello di Geronte. Gli Italiani in quest’ultimi tempi non sono riusciti meno felicemente.
Riccardo cuor di leone ebbe il più grande applauso. Il signor Sedaine, membro dell’Accademia francese, ed il signor Gretry gareg-