è un autore che non ha imitato alcuno, il suo stile è originale, nel suo verseggiare vi è più energia che facilità, le rime copiose e nel tempo medesimo le più difficili e felici, immensa la sua erudizione, chiara e vigorosa la sua logica. Le opere di questo scrittore non sono ancora stampate: io ne ho inteso recitare dei pezzi all’autore stesso parecchie volte, ma non tanto spesso quanto avrei desiderato, per la ragione che il signor Robert divide la sua dimora tra la capitale e Saint-Germain-en-Laye. L’occasione di nominare quest’ultima città mi fa ricordare che ho trascurato di farne menzione in queste mie Memorie. È un soggiorno reale, distante quattro leghe da Parigi, la cui situazione è delle più felici. È fabbricata sopra un’altura che domina un immenso piano traversato dalle acque della Senna; motivo per cui l’aria è saluberrima, e delizioso l’aspetto. La foresta che la cinge, senza renderla noiosa, è vastissima, ben tagliata, benissimo disposta, ed è abbondante di animali selvaggi, tanto quadrupedi, che volatili. Il castello, di gusto antico, è magnifico, ed è il luogo ove nacque Luigi XIV. Se questo monarca avesse avuto per il suo paese natio maggiore affezione, avrebbe certamente risparmiato tanti milioni sacrificati nel prosciugamento delle acque paludose di Versailles, perchè per l’esecuzione delle sue magnifiche idee avrebbe ivi trovato il suolo meno ingrato, e meglio esposto. San Germano è divenuto oggigiorno per moltissimi un ritiro piacevole; alcuni vi vanno per cercare la tranquillità, altri l’economia. Ognuno poi trova la conversazione che più gli conviene. Se i miei interessi non mi obbligassero a stare in Parigi, per certo io andrei a profittare dei vantaggi di quel piacevole soggiorno per tutto il resto della mia vita. Ciò che m’indurrebbe anco di più, sarebbe l’occasione di avvicinarmi a un amico rispettabile, che amo teneramente per inclinazione e per riconoscenza. Il signor Huet vi fa da diversi anni la sua dimora: io lo vedeva spesso quando era a Parigi: non vi è persona più amabile, non vi è amicizia più salda della sua. Nel tempo in cui il Tesoro reale non era regolato come ora, egli non ha mai ricusato di anticiparmi le somme che mi potevano abbisognare; anzi, allorquando il re mi concedette per il Burbero benefico la gratificazione di centocinquanta luigi, questo generoso amico mi mandò subito tre sacchetti di 1200 franchi, e si adattò a ritirare questa somma a comodo del cassiere dei Menus-Plaisirs. Questi sono favori che non si possono dimenticare. Mi consolo sempre più d’avere intrapresa quest’opera, poichè mi offre l’opportunità di dare segni di riconoscenza a tutti quelli che mi hanno usato buone grazie. È vero che i lettori di queste memorie non hanno motivo di occuparsi delle persone che io mi fo un onore e un piacere di nominare, ma per altro non possono sapermi mal grado ch’io faccia loro conoscere uomini, che meritano di esser conosciuti. Non dimenticherò in questo capitolo la signora de la Bergerie, ed il signore e la signora Haudry suoi genitori; eglino sono nel numero delle mie prime conoscenze fatte a Parigi al mio arrivo; stavo in casa loro come se fossi stato nella mia propria; vidi nascere la loro figlia, la vidi divenire ogni giorno più bella, saggia e spiritosa. Essa ebbe la disgrazia di perdere i genitori ed un zio paterno nel più bel fiore della sua gioventù. Queste perdite trassero seco quella di una porzione dei suoi beni. Il signor de la Bergerie, giovine di una condotta poco comune, e dotato di una mente ferma e di eccellente cuore, seppe render giustizia al merito di codesta signorina; la fece chiedere, la sposò, curò i suoi affari, e gli riuscì finalmente di porla nei diritti della sua possessione di Blenau, sog-