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360 parte terza


incontro però fu riportato al Teatro francese dalla commedia intitolata il Matrimonio di Figaro, perchè l’autore aveva fatto precedere a questo titolo l’altro della Folle Giornata. Nessuno conosce meglio del signor Beaumarchais i difetti della sua composizione. A lui è piaciuto dar prova del suo valore in questo genere, e se avesse avuto volontà di fare del suo Figaro una commedia con le regole dell’arte, l’avrebbe fatta per certo al pari di chi si sia; ma egli altro non ha avuto in mira, che di rallegrare il pubblico, e vi è riuscito perfettamente. Il successo di questa commedia è stato straordinario in tutto. Ai teatri comici di Parigi si danno regolarmente due o tre rappresentazioni per giorno; il solo Figaro riempiva tutto il tempo dello spettacolo; faceva correre in folla il pubblico due o tre ore avanti l’alzarsi del sipario, e lo tratteneva tre quarti d’ora più tardi del solito, senza recargli la menoma noia; eccolo insomma alla sua ottantesima sesta rappresentazione, sempre nuovo, sempre applaudito; e ciò che havvi di più singolare si è che quelle stesse persone, che lo criticano nell’uscire dal teatro, non lasciano però di ritornarvi, e si dilettano di quello ch’era appunto stato l’oggetto delle loro critiche. Pochi anni avanti il signor Beaumarchais aveva esposto una commedia col titolo il Barbiere di Siviglia, onde quel medesimo spagnuolo, che portava il nome di Figaro, somministrò il soggetto della Folle Giornata. La prima di queste due opere piacque molto, e riscosse sommi applausi. L’autore avendo allora avuto un processo, aveva difesa la causa da sè stesso. Le sue difese erano vivaci, ingegnose, bene scritte, si leggevano universalmente, e formavano ovunque il soggetto principale delle più eleganti conversazioni: ebbe l’accorgimento d’inserire nel Barbiere di Siviglia alcuni aneddoti in maschera, che richiamavano alla memoria il sopradetto processo, e ponevano altamente in ridicolo i suoi avversari; tutto ciò contribuì infinitamente al fortunato successo della commedia. Nell’altra poi del Matrimonio di Figaro non vi erano sarcasmi diretti ai particolari, ma ve n’erano per chiunque in generale; con tutto questo nessuno poteva lagnarsi. Le critiche andavano unicamente a ferire i vizi e le ridicolezze che ovunque s’incontrano. Tanto peggio per chi vi riconosce il proprio ritratto! Tutti quanti gli intelligenti e i dilettanti della buona commedia, facevano risuonare da per tutto i loro lamenti contro quest’opere, che a parere loro, conducevano il teatro francese nell’avvilimento; scorgevano essi una specie di fanatismo, ond’erano presi i loro compatriotti, e temevano che la malattia potesse diventare contagiosa. L’esperienza però fece lor vedere il contrario. Furono esposte nel tempo medesimo al Teatro francese varie nuove produzioni, che ebbero tutto il buon successo di cui erano meritevoli. Il Coriolano, per esempio, del signor de la Harpe, Il seduttore del signor Georges de Bièvre, Le confessioni difficili, e La falsa spiritosa del signor Vige. Quest’ultimo autore ha ricevuti anche incoraggiamenti dal pubblico medesimo. I primi saggi del suo ingegno sono stati trovati di ottimo gusto, e di uno stile ottimo: si ha dunque ragione di sperare in lui un sostegno della buona commedia.

Io m’affezionava molto a questo giovine autore, poichè ho l’onore di conoscerlo particolarmente. Egli è il fratello della signora le Brun dell’Accademia reale di Pittura, le opere della quale fanno così grande onore al suo sesso, al suo paese ed al nostro secolo. Egli è il genero del signor Rivière, consigliere e segretario di legazione della corte di Sassonia, ed è il consorte di una dama, che vidi nascere, piena di virtù e d’ingegno, i quali attestano la saggia edu-