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capitolo xxxiii | 355 |
genere appunto sono i biglietti, che ordinariamente ricevo dalla piccola posta, e trovo comodissimo il potere accettare o ricusare nel momento, senza la necessità di portarsi personalmente o spedir gente. Accetto quasi sempre i pranzi, evito per quanto posso le cene, e non ricuso mai le partite di giuoco. Quella però che certamente merita maggiore attenzione è l’istituzione delle pubbliche trombe per l’estinzione degli incendi: diciassette sono i corpi delle guardie del fuoco, ed altrettanti depositi delle trombe e carri da acqua. Al primo cenno, queste guardie sono sempre pronte a partire, e veramente per la loro attività, per il loro zelo e coraggio sono mirabili; le ho vedute io medesimo lanciarsi nelle fiamme, ed esporsi ai pericoli più certi senza altro eccitamento, che quello di adempire ai doveri del loro impiego, e non è possibile far loro accettare la minima mancia. Questo rispettabile corpo non ha bisogno di regolamento. Il signor Moret, direttore generale dei Pompieri, ha saputo loro inspirare coraggio e onore.
Esistono poi in Parigi uffizi relativi a qualsivoglia mestiero, ed impiego del basso popolo. Un garzone parrucchiere, per esempio si indirizza al suo uffizio per trovare un principale, nel tempo che un sarto s’indirizza parimente al suo, per avere un garzone; i servitori fanno l’istesso per procurarsi servizio, e le nutrici per provvedersi bambini da allattare. Quest’ultimo uffizio è più meritevole di attenzione degli altri, poichè trattasi di affidare a donne ignote i novelli nati, che esse portano con sè alla campagna. Il governo ha pertanto stabilito anche in ciò una regola, e ne cura l’esatta esecuzione. Queste nutrici vengono a Parigi con attestati del loro parroco, ed il capo dell’uffizio è mallevadore della creatura. Malgrado tutte queste precauzioni può succedere benissimo che i genitori ricevano un figlio allevato, che non sia il proprio. Le madri che allattano i loro figli obbediscono alla legge di natura, ed evitano tutti gl’inconvenienti possibili. Per buona sorte questa cura materna è venuta oggidì più di moda, onde le donne una volta troppo delicate si son fatte più vigorose e robuste per sostenerla. È pertanto da sperare che questa moda non sia effimera come tutte le altre. Non lascerò in dimenticanza l’uffizio reale di corrispondenza estera e nazionale. Esso s’incarica di qualsivoglia affare tanto attivo come passivo, ed ha corrispondenti, o ne trova nelle quattro parti del mondo. Cinquecento mila lire depositate in casa di un notaro garantiscono l’altrui fiducia; le intelligenti cure del direttore ne assicurano poi la miglior riuscita possibile.
Terminerò l’articolo dei pubblici stabilimenti, con quello delle macchine da fuoco per condur l’acqua in abbondanza in tutte le strade di Parigi. Questo disegno non è nuovo, e da molto tempo fu immaginato ed eseguito a Londra con ottimo successo. La città di Parigi vedeva la necessità di imitarlo; accondiscese alle domande d’un Inglese, e gli concedette il privilegio esclusivo che dimandava. Una società di cittadini francesi pieni di zelo e di patriottismo, animata dalla singolare abilità e dal sapere dei signori fratelli Périer, assunse il carico di rivendicare l’onore della nazione. I soci, autorizzati dal governo, comprarono ad altissimo prezzo il concesso privilegio, e si accinsero all’impresa di questa grande opera, che può dirsi la più importante e la più utile per la capitale. L’esecuzione è molto inoltrata, e le prime macchine erette a Chaillot sono riuscite a maraviglia. I signori Périer, meccanici celeberrimi, e versatissimi specialmente nell’arte pirotecnica ed idrostatica, hanno corrisposto benissimo in questo primo saggio della