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capitolo xxxii 349


mente. È per altro vero che allorquando esse danno luogo a questioni, durano sempre assai più. Quella, per esempio, del Magnetismo animale, cominciò nel 1777, prese sempre più vigore per qualche anno, e se ne parla tuttora, come d’un problema da sciogliersi, ovvero come un fenomeno meritevole di schiarimento. Fuvvi anche il signor Mesmer, medico tedesco, che prescelse i Parigini affine di partecipare loro una scoperta importantissima per l’umanità. Trattavasi di guarire perfettamente qualunque sorta di malattie col semplice tatto: che cosa mai può esservi di più gradito e piacevole che ricuperar la salute senza il disgusto de’ medicamenti? Ma io dimando: In queste operazioni v’è egli qualche agente, o non ve ne ha alcuno? Ecco appunto dove consiste il segreto della scoperta. Il Mesmer lo ha comunicato ad una società, che si è spontaneamente quotata in cento luigi a testa, fino alla somma di scudi centomila, con di più la promessa della segretezza. Ma in Parigi non tutti sanno tenere un segreto, onde si può addirittura scommettere, che il mistero si svelerà: ma se non vi è nessun agente esteriore, non vi è per conseguenza nulla da imparare, e se l’effetto dipende dalla sola virtù del tatto, sarebbe d’uopo in tal caso aver la mano fortunata dell’inventore. Il signor Deslon faceva con le sue mani prodigi al pari del signor Mesmer, nè questi gli confidò in modo alcuno il suo segreto. È lo stesso Mesmer che disse ciò, e lo ha pure pubblicato colle stampe. Dunque il signor Deslon lo aveva indovinato, e il medico francese aveva l’attitudine stessa del dottor tedesco. Mi era nota la probità del signor Deslon, e tutte quante le persone rispettabili di mia conoscenza, che familiarmente lo trattavano, e che bene spesso ricorrevano al suo magnetismo, mi hanno sempre più allontanato dai dubbi che poteano restarmi. Insomma, se questo rimedio non fosse buono ad altro che a guarire le malattie dell’animo, sarebbe necessario conservarlo sempre pel sollievo almeno degli uomini malinconici, e delle donne soggette ad affezioni isteriche. Un’altra scoperta comparve quasi contemporaneamente, e non fece minore strepito. Il signor Montgolfier fu il primo a lanciare in aria un globo; questo globo si alzò fino a dileguarsi dalla vista, volò a seconda dei venti, e si sostenne fino all’estinzione del fuoco e del fumo che lo alimentavano. Questa prima esperienza dette luogo a un’infinità di altre speculazioni. Il signor Charles, fisico dottissimo, impiegò subito per tale effetto l’aria infiammabile; onde i globi ripieni di questo gas non abbisognano di veruna lavorazione per durar lungo tempo, e sono in salvo dalla fiamma. Vi furono uomini tanto coraggiosi, che non ebbero difficoltà di affidare la loro vita a poche corde, le quali sostenevano una specie di barchetta e che erano attaccate a quel fragil pallone, soggetto a pericoli evidenti e a casi da non potervi prevedere. Il signor marchese Arlande ed il signor Pilastre de Rozier ne fecero la prima prova secondo il metodo del signor Montgolfier; e volò poco tempo dopo con la sua aria infiammabile il signor Charles stesso. Io non potei vederli senza fremere d’orrore; poichè a qual pro questo rischio e questo coraggio? se non si potrà giungere al punto importante della direzione, la scoperta sarà sempre mirabile, è vero, ma senza utilità veruna, nè altro in sostanza potrà chiamarsi, se non un giuoco. Si è parlato tanto, tanto è stato scritto sopra questa materia, che posso tralasciare dal dirne di più; anche perchè non ho cognizione alcuna nella fisica sperimentale. Terminerò bensì quest’articolo compiangendo amaramente la funesta sorte del signor Pilastre de Rozier, vittima del suo ultimo viaggio aereostatico, e augurando coraggio e fortuna