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capitolo xxi 321


Con. (Scommetto ch’egli è venuto per domandarmi danaro in prestito.) (da sè).

Mar. Voi conoscete la mia casa.

Con. Sicuramente.

Mar. Ho due figliuoli, e conviene ch’io pensi... la figlia è ancora... bene, bene, benissimo... ma il cavaliere... è in un’età... mi capite?

Con. Comprendo presso a poco, signore, che voi pensate seriamente al collocamento della vostra famiglia, ed in ciò vi lodo moltissimo. Ma a proposito di collocamento, mi credo anch’io in dovere di farvi parte del mio prossimo matrimonio.

Mar. Ah, ah! siete disposto... voi ancora... bene, bene, benissimo.

Con. Oggi si dee sottoscrivere il mio contratto, e mi reputo fortunato che il signor marchese mi faccia l’onore...

Mar. A maraviglia. Ma... nel medesimo tempo... se voi voleste farmi il piacere...

Con. Se sapeste, signor marchese, quanto ho dovuto spendere in questa occasione!... non si finisce mai. Sono... in verità... sono esausto affatto.

Mar. Bene, bene, benissimo.

Con. Male, male, malissimo.

Mar. Ascoltate. Voi siete amico della signora Araminta.

Con. Sì, signore. Oh! ella, per esempio, è una donna ricca. Ella potrebbe esser al caso vostro.

Mar. Sì, così è... precisamente per questo... Se voi voleste parlare alla signora Araminta... ma senza... Come si chiama sua figlia?

Con. Signorina Eleonora.

Mar. Ah, sì, signorina Eleonora.

Con. (Eh che uomo singolare! Convien capirlo per discrezione.) (da sè). Parlerò segretamente alla signora Araminta. (al marchese).

Mar. Ma bisognerebbe che ciò fosse fatto in maniera... Voi mi capite.

Con. Vi metterò tutta la premura possibile, e mi lusingo che ella acconsentirà al vostro desiderio, purch’ella abbia le sue sicurezze.

Mar. Cospetto!... s’ella mi dà... io non ho... io non sono... ma... i miei beni.

Con. Quanto vorreste, signor marchese?

Mar. Mi hanno detto che... cento mila scudi, mi pare. Io non domando d’avvantaggio.

Con. (Cento mila scudi!) Il prestito è troppo forte. Non so se la signora Araminta vorrà acconsentirvi.

Mar. Quando le parlerete? Perchè quando ho una cosa in testa... detto fatto... Io sono così di natura.

Con. Oggi le parlerò assolutamente.

Mar. E vi lusingate voi, che ella voglia... bene, bene, benissimo.

Con. Io credo che se la signora Araminta si trova in istato di soddisfare il desiderio vostro, ella lo farà volentieri, prima per me che sono vicino a diventare suo genero.

Mar. (consorpresa.) Come... che... voi?...

Con. Sì, signore quella ch’io deggio sposare, è sua figlia.

Mar. Ah! questa sì... da quando?... È ben vero... È possibile?

Con. Ma donde viene, signor marchese, questo eccesso di maraviglia? Trovate voi da dir qualche cosa di questo accasamento?

Mar. Non dico.... ma mio figlio... con qual fondamento?... (Oh, che sciocchezza!) (da sè).

Con. La signora Araminta destina, è vero, centomila scudi di