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capitolo xix | 315 |
sto m’accorsi che l’opera non era priva di merito, e che l’autore aveva trattato con molto accorgimento il suo soggetto. In tutta l’istoria di Coriolano non si trova che un solo istante di effetto, ed è allorquando questo condottiero romano viene per far vendetta dell’ingratitudine della sua patria, e si lascia poi disarmare dalle lagrime di Veturia di lui madre, e di Volumnia sua consorte. Sopra questo stesso soggetto abbiamo sette o otto tragedie in cinque atti, ma quasi tutte mal riuscite. Il solo signor de la Harpe ha saputo rendere importanti, dilettevoli i primi quattro atti del suo Coriolano; ciò non ostante, io sosterrò sempre che l’autore della tragedia di un atto solo aveva saputo dare al suo soggetto tutta quella estensione di cui l’istoria era suscettibile, evitando inoltre il pericolo di diventar noioso. Non dirò cosa alcuna del suo stile, perchè fu più quel che indovinai, di quello che intesi. Posso bensì dire, che gli attori di Nicolet non erano fatti per questo genere di rappresentazioni, e questo spettacolo, in generale, era malissimo ordinato: oggi giorno per altro la cosa va molto meglio, poichè i piccoli spettacoli stabiliti in appresso a Parigi, hanno in lui destato emulazione, e hanno messo il direttore nella necessità di provvedersi di migliori soggetti.
L’Ambigu-comique fu il primo divertimento che comparisse sui baluardi dopo quello di Nicolet. Questo spettacolo ebbe principio con burattini, chiamati i comici di legno, e vi era un’orchestra benissimo montata, dalla quale erano eseguite arie già note; i burattini copiavano le caricature degli attori dei grandi spettacoli, ove appunto quelle arie erano state cantate. Questa novità piacque moltissimo, ed ebbe un concorso grande, ma era però tale da non potere andar molto avanti, onde il direttore pensò di mutare i comici di legno in altrettanti piccoli attori viventi, benissimo istruiti nell’azione e nel ballo. Vi furono autori che non sdegnarono di comporre alcuni graziosi drammi proporzionati agli attori ed al teatro. In somma l’Ambigu-comique era divenuto lo spettacolo di moda; non saprei però dire, se il direttore del medesimo sia ricco, ma egli ebbe il tempo ed i mezzi per divenirlo.
Alcuni anni dopo si aprì un terzo spettacolo sul baluardo di San Martino col titolo di Variétés amusantes. Questo trattenimento per essere meglio provveduto di attori e di composizioni comiche superò tutti gli altri, e fu in séguito trasferito al Palazzo Reale, ove godè sempre lo stesso credito e la stessa fortuna. La sala dei Piccoli Comici, stabilita nel luogo stesso, non è meno frequentata. Sono ragazzi e ragazze che accompagnano sì destramente coi loro gesti la voce degli uomini e delle donne che cantano fra le quinte, che a prima vista fu creduto e fu scommesso ancora che erano i ragazzi medesimi che cantavano. I due spettacoli sopra indicati, e alcune altre curiosità che si fanno vedere al Palazzo Reale, godono il privilegio di essere esenti dal seguitare le fiere della città, poichè queste fiere sono sostenute più dall’interesse dei proprietari del terreno, che da quello del commercio. Torre, macchinista italiano, fu il primo che aprisse un Waux-Haal in tempo d’estate sopra i baluardi, che però non ebbe lunga durata. Vi fu anche eretta un’immensa fabbrica vicino ai Campi Elisi sotto il titolo di Coliseo, e gl’impresari andarono in rovina; infatti far pagare l’ingresso in un passaggio chiuso, angusto e senza diletti, in un paese ove sonvi tante passeggiate pubbliche, spaziose, amene e dilettevoli, questo, a mio credere, era una pessima speculazione. Indipendentemente dalle Tuileries e dai baluardi, si trovano qui delle passeggiate amenis-