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262 parte seconda

CAPITOLO XLV.

Una dell’ultime sere di Carnevale, ultima commedia da me data in Venezia avanti la mia partenza, commedia veneziana di tre atti, in prosa. — Allegoria della composizione. — Suo magnifico incontro. — Cinque commedie, che formano un piccolo Teatro di conversazione. L’Uomo di spirito; La Donna di spirito; L’Apatista; La Locanda della posta, e L’Avaro.

Ecco l’ultima composizione da me esposta in Venezia prima di partire. Una delle ultime sere di Carnevale, commedia di gusto veneziano ed allegorica, nella quale toglieva commiato dalla patria. Zamaria fabbricatore di stoffe dà una festa ai suoi confratelli, invitandovi anche Anzoletto, che loro somministra i disegni per i lavori. L’assemblea di questi operai rappresentava la compagnia dei comici, ed il disegnatore era io. Una ricamatrice francese chiamata la signora Gâteau trovasi a Venezia per affari: conosce Anzoletto; ama la persona di lui al pari de’ suoi disegni; lo impegna, ed è per condurlo a Parigi: ecco un enimma che non era difficile a indovinare.

Gli operai pertanto sentono con sommo rincrescimento la notizia dell’impegno di Anzoletto, e fanno il possibile per ritenerlo; ma sono da lui assicurati, che la sua assenza non passerà due anni. Accoglie le loro dimostrazioni di dispiacere e le loro lagnanze con riconoscenza, e risponde ai rimproveri con fermezza d’animo. Anzoletto, che va facendo le sue cerimonie e i suoi ringraziamenti con i commensali, non è altro che il Goldoni che li fa al pubblico. La commedia incontrò molto, e chiuse l’anno comico 1761. L’ultima sera di carnevale fu la più splendida per me, poichè tutta la platea risuonava di applausi, in mezzo ai quali si sentiva distintamente gridare: Buon viaggio! Felice ritorno! Non mancate! Confesso che ne fui commosso fino al punto di piangere.

Qui termina la collezione delle mie commedie composte per il pubblico di Venezia; e qui pure dovrebbe parimente aver termine la seconda parte di queste memorie; ma non posso finirla senza render conto anche di quelle composizioni che si trovano stampate nel mio Teatro. Esse sono commedie da me composte per il marchese Albergati Capaceli, senatore di Bologna. Sono commedie assai più corte dell’altre, di minor numero di personaggi, e formano un Teatrino di conversazione. Sono lavorate con molta attenzione; hanno avuto buonissimo incontro, ed alcune sono state anche recitate con gran successo su i teatri pubblici: ne darò un’idea più succintamente che mi sarà possibile.

Il Cavalier di spirito, commedia di cinque atti ed in versi: è questi un uomo colto ed amabile, che forma la delizia di tutte le conversazioni. È il ritratto fedele del giovine senatore, che recitava a maraviglia la parte principale della commedia. La donna bizzarra, commedia di cinque atti ed in versi: è una giovane vedova, bella, di merito e di belle qualità, ma ch’è guastata dalla civile società: e per voler troppo piacere, cade in ridicolezze. L’Apatista, commedia di cinque atti ed in versi: il protagonista è un uomo di mente fredda, sempre in calma, sempre eguale a sè stesso, che gode i doni della fortuna senza eccesso, che soffre le avversità senza lagnarsene, che offeso si difende senza collera, e che prende