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252 parte seconda


scano e per le abitudini contratte nel suo paese fa contrapposto all’idioma e ai costumi della nazione veneziana. Questo forestiero chiamato Ferdinando, essendo raccomandato a buoni cittadini di Venezia, aveva fatto moltissime conoscenze. Infatti, è benissimo ricevuto in molte conversazioni, ma le donne di questo paese che formano la principal delizia del brio nazionale, trovano il toscano affettato, lezioso e lo deridono; profittano del carnevale per fare a lui delle burle al solo scopo di raddolcire alquanto la sua naturale rustichezza, e dargli il tono e l’affabilità veneziana, e giungono sì abilmente al loro intento, che il signor Ferdinando s’innamora d’una di queste signorine, la sposa, e si stabilisce in Venezia per sempre. Facevo la corte alle donne del mio paese, ma nello stesso tempo procuravo il mio vantaggio; giacchè per incontrare il genio del pubblico è necessario rifarsi dal lusingare il bel sesso.

CAPITOLO XLI.

Mio ritorno a Venezia. — Non avevo fatto nulla per l’apertura del mio teatro. — Facilità acquistata con l’esperienza. — Gli Innamorati, commedia di tre atti ed in prosa. — Poche parole sopra questo componimento. — Suo bel successo. — La casa nova, commedia veneziana di tre atti, in prosa. — Suo compendio. — Suo incontro magnifico.

Ebbi appena tempo di riposarmi, che dovetti rimettermi al lavoro. Ero tornato il primo giorno di settembre, e l’apertura degli spettacoli seguiva ai quattro del mese dopo, e nulla avevo di fatto. Troppo piacevoli erano state per me le distrazioni trovate in Roma perchè avessi tempo da potermi occupare. Per quanto fossi laborioso, amavo sempre il piacere; e senza perdere di vista i miei impegni profittavo di tutti i momenti di libertà che potevo prendermi, fidando nella mia facilità e lavorando con maggiore ardore, allorchè mi trovavo sollecitato a terminar qualche cosa. Conviene inoltre aggiungere che il tempo, l’esperienza e l’uso mi avevano resa familiare in modo l’arte comica, che immaginati i soggetti e fatta la scelta dei caratteri, tutto il resto non era più per me che un passatempo. Altre volte mi conveniva far quattro operazioni, prima di giungere alla costruzione ed alla correzione di una commedia. La prima operazione consisteva nel disegno e nella divisione delle tre parti principali: cioè esposizione, intreccio e svolgimento. La seconda nella distribuzione dell’azione in atti ed in scene. La terza nel dialogo delle scene più importanti. E la quarta nel dialogo generale della commedia in tutta la sua estensione. Mi era accaduto spesso che giunto a questa ultima avevo variato quanto vi era di fatto nella seconda e nella terza. Le idee si formano per successione, una scena produce l’altra, e un vocabolo trovato a caso somministra talvolta un pensiero nuovo. In capo a qualche tempo mi è riuscito di ridurre le quattro operazioni ad una sola. Infatti ora tengo il metodo di mettermi prima in testa il disegno e le tre divisioni della composizione, e poi comincio subito: Atto primo, scena prima: e così proseguo fino al termine, avendo per altro sempre in mira la massima, che tutte le linee debbon tendere a un punto fisso, ciò è allo svolgimento dell’azione, parte principale; per la qual cosa sembra che tutta la macchina sia preparata. Di rado mi ingannai negli svolgimenti delle mie