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202 parte seconda


ecco un nuovo trionfo per la Circassa, trionfo che non sarà l’ultimo. Ella entra pertanto in qualità di sposa in quella istessa abitazione in cui non era che schiava, e vi dimora col suo amante divenuto finalmente consorte; vi si trova però anche Fatima; onde malgrado il vantaggioso stato dell’una, e la docilità dell’altra, non cessa la gelosia di tormentarle. Informato Osmano del divorzio e nuovo matrimonio di sua figlia, lascia il campo e a mano armata vola ad assalire Machmut persino nel suo recinto. Ircana lo respinge con la sciabola alla mano, e la guardia del re lo arresta per avere abbandonato il posto senza permesso del governo. Nel quart’atto Ircana, inquieta sempre e sempre gelosa di Fatima, insiste perchè Thamas abbandoni la casa paterna, e nel quinto, Osmano, rimesso in libertà e nel primiero posto mediante una considerabil somma sborsata da Machmut, approva il matrimonio di Fatima con Alì, e li accoglie in casa. Nulla dunque ha più da temere la Circassa, e null’altro a desiderare, ond’ecco il fine di tutte le sue avventure. Il felice successo di questa commedia, che oltrepassò quello delle due precedenti, l’ho annunziato al principio di questo capitolo. Sia che queste debban dirsi commedie, oppure drammi, tragi-commedie, generalmente incontrarono per tutto, e furono recitate sopra tutti i teatri. Perlochè s’esse non hanno bastante merito per essere stimate, non si potrà almeno negar loro quegli omaggi che si sogliono concedere a tutto ciò che ha buon esito.

CAPITOLO XXI.

La Cameriera brillante, commedia in prosa di tre atti. — Suo mediocre successo. — Il Filosofo inglese, commedia di cinque atti in versi e a scena fissa. — Suo magnifico incontro. — La Madre amorosa, commedia di tre atti in prosa, suo buon successo. — Le Massaie Veneziane, commedia in versi e cinque atti.

Convien ritornare all’anno 1753, da cui io m’ero allontanato per non interrompere il seguito delle tre Persiane. Dopo la prima di queste tre commedie orientali, ne esposi una di tre atti, ed in prosa, di gusto familiare, intitolata La Cameriera brillante. In Italia l’adiettivo brillante si adopra in diverso senso; in francese si direbbe, La Soubrette, Femme d’esprit. La scena si figura in una villa di Pantalone. Questo negoziante veneziano ha due figlie, e ognuna di esse ha il suo amante. Flaminia ama Ottavio che ha più nobiltà che sostanze, e Clarice ama Florindo plebeo, ma ricco. Le due sorelle pertanto, la maggiore delle quali è molto quieta e la minore all’opposto vivacissima, vengono a contrasto intorno al merito dei respettivi amanti; Argentina, cameriera d’ambedue, procura di placarle e di appagare il loro desiderio. Essa è ben affetta al padrone di casa, a cui fa fare ciò che vuole: onde un giorno, malgrado l’austerità di lui, fa venire gli amanti delle due ragazze, li fa pranzare con lui a dispetto della sua avarizia, e giunge perfino ad ottener l’assenso, che si reciti una commedia in casa propria, e l’obbliga a prendervi egli pure una parte. In questa commedia appunto, di cui Argentina avea fatto l’abbozzo, vengono scoperti gli amori delle figlie di Pantalone, e riesce alla cameriera, col suo maneggiarsi, di effettuare il loro matrimonio. La commedia era molto allegra, molto dilettevole, ed Argentina sostenne la sua parte con somma valentia e vivezza; insomma fu molto applaudita; ma