Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
188 | parte seconda |
CAPITOLO XVI.
- Avviso al Medebac della nostra separazione per l’anno seguente. — Mio impegno contratto col proprietario del teatro San Luca. — La Locandiera, commedia in tre atti senza maschere. — Suo magnifico successo. — Convulsioni della signora Medebac. — L’Amante militare, in tre atti. — Suo buon successo. — Le Donne curiose, commedia in tre atti, ed ultima del mio impegno col Medebac. — Allegoria di questa commedia. — Suo buon successo. — Tre nuove commedie date al Medebac nell’atto della separazione. — Loro titoli e loro argomenti.
Giunti alla novena del Natale del 1751, era tempo di ricordare al Medebac che eravamo vicini al termine del nostro impegno, e di avvertirlo che non contasse più sopra di me l’anno dopo. Gliene tenni io stesso proposito all’amichevole e senza formalità, ed egli rispose con molta garbatezza che n’era dolentissimo, ma che dall’altro canto io era padrone della mia volontà. Adoperò bensì tutti i mezzi possibili perchè restassi seco, mi fece parlare da parecchie persone, ma la mia risoluzione era già presa; onde in quei dieci giorni di riposo aprii trattato con sua eccellenza Vendramini, nobile veneziano, e proprietario del teatro San Luca. Siccome dovevo tuttavia lavorare per quello di Sant’Angelo fino al chiudersi dell’anno comico del 1752, adempii in modo al mio dovere, che diedi al direttore più composizioni di quello che vi fosse tempo per farle rappresentar tutte, anzi gliene rimasero alcune, delle quali si valse anche dopo la nostra separazione.
La signora Medebac era sempre malata, e le sue ipocondrie divenivano un giorno più dell’altro incomode e ridicole; piangeva e rideva nel tempo stesso, talora urlava, faceva mille smorfie e mille contorsioni. La buona gente di sua famiglia la credè perfino indemoniata; onde fecero venire alcuni esorcisti, che la caricarono di reliquie, con i quali devoti monumenti ella si baloccava e scherzava, come appunto farebbe un bambino di quattro anni. Vedendo la prima attrice nell’assoluta impotenza di esporsi sul teatro, feci per l’apertura del carnevale una commedia appoggiata tutta alla servetta. La signora Medebac cominciò ad alzarsi la mattina di Natale, manifestando un sufficiente stato di salute, ma quando però seppe che si era pubblicata per il giorno dopo, nell’affisso, La Locandiera, commedia nuova, fatta espressamente per Corallina, andò subito a riporsi in letto con convulsioni di tal nuova invenzione, che facevano impazzire sua madre, il marito, i parenti, i domestici. Li ventisei dicembre aprimmo dunque lo spettacolo con La Locandiera. Questa parola viene da locanda, che in Italia significa quel che in francese si dice hôtel garni. Veramente nella lingua francese non vi è termine proprio per indicare l’uomo o la donna che tien locanda, di manierachè se si volesse tradur questa commedia in francese, bisognerebbe desumere il titolo dal carattere, e questo senza dubbio sarebbe La Femme adroite. Mirandolina dunque tien locanda in Firenze, e mediante il suo ingegno e le sue buone grazie vince, anche senza volerlo, il cuore di tutte le persone che alloggia in sua casa. Di tre forestieri che albergano nella locanda, due amano la bella locandiera, ed il terzo, che è il cavaliere di Ripafratta, non suscettibile di affetto per le donne, tratta Miran-