avea fatto la ballerina di corda come lui, era una giovine veneziana molto bella, molto amabile, piena di vivacità e ingegno, e che manifestava disposizioni felicissime per la commedia. Lasciato il marito per alcune giovanili scapataggini, dopo tre anni tornò a riunirsi con lui, e prese la parte di servetta sotto il nome di Corallina, nella compagnia del Medebac. Ell’era tutta grazia, ella recitava le parti di servetta; non trascurai adunque di adoprarmi per lei, presi cura della sua persona, e composi una commedia per la sua prima recita. La signora Medebac mi somministrava idee stupende, tenere e proprie di una comica semplice ed intelligente; e la signora Marliani con la sua vivacità e naturale accortezza, dava nuovi impulsi alla mia immaginazione, risvegliandomi il coraggio di lavorare in quel genere di commedie, che richiede appunto artifizio e finezza. Diedi pertanto principio alle medesime con la Serva amorosa, ciò è la serva di generoso carattere, giacchè l’adiettivo di amoroso in italiano si adatta tanto all’amicizia, come all’amore. Corallina dunque, giovine vedova e antica serva di Ottavio, vecchio negoziante veneziano, affezionata per pura amicizia e senza interesse alcuno a Florindo figlio di primo letto del suo padrone, dà ricetto al medesimo in propria casa, prendendosi cura con tutto il cuore di questo disgraziato giovine scacciato per istigazione di un’avida e barbara matrigna dall’abitazione paterna. Non è ancor tutto. Florindo ama Rosaura unica figlia di Pantalone, e ben conosce l’inclinazione di questa ragazza verso di lui; ma la severità del padre lo pone fuori d’occasione di ammogliarsi, e d’altra parte si crede in obbligo di sposar Corallina per debito di riconoscenza. Questa virtuosa donna appunto si rifà dal disingannarlo circa il timore ch’egli aveva di dispiacerle, ammogliandosi con un’altra; in seguito tanto si adopra, che finalmente giunge a persuadere Pantalone a concedere a Florindo la propria figlia, quando però rientri in casa paterna. Per conseguir quest’intento, bisognava guadagnarsi la confidenza di Ottavio, e distruggere nel tempo stesso tutti gli artifizi e le calunnie di una femmina malvagia e ben affetta. Corallina vi riesce a maraviglia col mezzo del suo ingegno; infatti convinto Ottavio delle falsità di sua moglie, riconosce appieno l’innocenza del figlio, e a favore di lui rivolge il già ideato testamento. Questa commedia riportò un completo incontro; Corallina fu sommamente applaudita, ma fin da quel momento divenne per la signora Medebac una rivale formidabile. In tale condizione era assolutamente necessario contentare la moglie del direttore, essendo troppo giusto il sostenere e l’appagare quest’attrice, stata tre anni la principal colonna del nostro edifizio. A tale oggetto attesi subito ad una commedia espressamente lavorata per lei, ch’era la Moglie saggia. La contessa Rosaura ha la disgrazia di avere un marito brutale, disprezzatore della dolcezza di sua moglie, e cicisbeo della marchesa Beatrice, di carattere cattivo quanto lui. Si andava generalmente dicendo per Venezia, che la prima scena di questa commedia era un capo d’opera. Essa presentava l’anticamera della marchesa, nella quale si vedevano alcuni servitori che stando a bere del miglior vino di casa, facevano al vivo il ritratto dei padroni, che avevan là cenato, e lacerandoli con le loro maldicenze, informavano il pubblico del soggetto della commedia e dei caratteri dei personaggi. La contessa Rosaura faceva tutto il possibile per guadagnare il cuore del suo consorte, ma quest’uomo, duro e senza senno, preferiva piuttosto alle carezze di una moglie amabile il pazzo orgoglio d’una cicisbea imperiosa e piena di capricci. Un giorno Rosaura prende il