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capitolo x 171

del suo amico; le fa bensì i suoi ringraziamenti e le dice, senza contrarre impegno di sorta, varie cose sempre decenti e piene di grazia. Giunge in questo tempo Lelio, e prega Beatrice di lasciarlo un momento solo con l’amico; essa impegna il nipote ad opporsi alla partenza di Florindo, ed esce molto contenta di lui. La scena de’ due amici è importantissima: Lelio si lamenta della sua bella. Da qualche giorno è male accolto, mal veduto, non più amato. A tale oggetto incarica l’amico Florindo di portarsi a scandagliare il cuore di Rosaura. Che dura commissione per un amante! si oppone, ma inutilmente; lo esige l’amicizia, egli va. Il nuovo colloquio tra Rosaura e Florindo compie la disfatta di ambedue. Ecco due amanti disgraziati, vittime dell’onore e della passione più viva. Florindo torna alla prima idea; convien partire. In questo mentre riceve da Rosaura una lettera nella quale sembra che accrescasi il suo amore per la disperazione della perdita di lui; egli adunque prende il partito di risponderle a fine di disingannarla ed annunziarle la partenza. Scrive: tutto in un tratto sopraggiunge il servitore, e gli dà, tremando, l’avviso che Lelio è assalito da due persone armate, e che si difende con svantaggio. Florindo afferra la spada, corre alla difesa dell’amico, e lascia sulla tavola la lettera già incominciata. Entra da una parte Beatrice, mentre Florindo esce dall’altra; s’accorge della lettera e legge le seguenti espressioni: «Pur troppo conosco, signorina, la bontà che per me avete, e mi sento troppo debole, e troppo grato per potervi riguardare con indifferenza. Il mio amico mi ha ricevuto in casa: mi ha partecipato i segreti tutti del suo cuore; sarebbe certamente un mancare all’amicizia, e all’ospitalità...» La lettera non dice di più, e la parola ospitalità fa credere a Beatrice che il foglio riguardi lei; crede dunque che Florindo veramente l’ami, e trovandolo eccessivamente delicato si propone di fargli animo. Torna Florindo e fa ricerca della lettera. Beatrice, che l’aveva nascosta, ben se ne avvede e scherza. Ad un tratto entra Lelio ed abbraccia il suo amico, il suo liberatore. Beatrice aggiunge che lo deve anche abbracciare come parente, facendo allora vedere la lettera. Lelio va in estasi dal piacere udendo che il suo caro amico divenga zio. Ecco Florindo nel più grande impaccio; convien tradire il segreto di Rosaura, o sacrificarsi a Beatrice. Si appiglia all’ultimo partito, onde la zia esce tutta orgogliosa del trionfo delle sue attrattive. Lelio allora accresce all’amico la sua confidenza avendo concepito contro di lui in qualche occasione alcuni leggieri sospetti. Quest’ultimo avvenimento lo pone in quiete intieramente. Va in casa della sua bella, e presenta Florindo come il futuro sposo della sua zia: che martirio per l’uno, che desolazione per l’altra! Al principio di quest’estratto ho annunziato il padre di Rosaura come un eccessivo avaro; egli avea promessa la sua figlia in matrimonio a Lelio, che, non essendo ricco, faceva capitale su ventimila scudi, dote della signorina. Confida dunque alla sua figlia con le lagrime agli occhi che l’istante di sborsare questa somma sarebbe stato quello della sua morte. Rosaura, che non ama Lelio, pone in calma il padre, e lo assicura che ne sarà al possesso per tutto il tempo della sua vita; onde l’avaro sparge la voce, che ha fatto parecchie perdite, che si trova in miserie, e che non può salvarsi dal maritare la figlia senza dote. Lelio adunque, vedendosi decaduto quanto all’amore e quanto alla fortuna, rinunzia a Rosaura, e prega l’amico di adempire per lui a tutti i doveri della convenienza. Florindo, che è ricco e sempre amante, prende il violento partito di svelare a Lelio l’in-