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TARAS BUL'BA

né si turbava mai per qualsiasi avvenimento, e, con un sangue freddo quasi inverosimile in un giovine di ventidue anni, in un minuto era in grado di misurare ogni pericolo e ogni situazione di fatto, e immediatamente sapeva trovare il mezzo per trarsi d’impaccio, ma trarsi d’impaccio al fine di dominare poi piú sicuramente la situazione. Già si notava nei suoi atti la sicurezza dell’uomo esperto, e non si poteva fare a meno di scorgervi le tendenze di un futuro condottiero. Tutte le sue membra spiravano vigore e le sue doti cavalleresche già possedevano la forza poderosa che è tra le doti del leone.

— Oh, questo sarà col tempo un valente capitano! — diceva il vecchio Taras — eh, sí, sarà un bravo capitano, e di tal sorta, che anche il suo babbo non gli arriverà alla cintola!

Andrea poi s’era tutto immerso nella musica ammaliatrice delle palle e delle sciabole. Non sapeva che volesse dire riflettere, calcolare, misurare prima le forze proprie e quelle dell’avversario. Una diabolica voluttà ed ebbrezza era ciò ch’egli vedeva nella battaglia; qualcosa come la giocondità di un allegro banchetto gli appariva in quegli istanti in cui la testa dell’uomo s’infiamma, e nei suoi occhi tutto balena e si confonde, le teste volano, con fracasso ca-


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