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GOGOL

e fummo battezzati, non s’è mai vista una cosa simile.

— Dicci una buona volta che cosa avviene, figlio d’un cane! — gridò dalla folla uno che, a quanto pare, aveva perduto la pazienza.

— Che tempo triste ci è venuto addosso!

Le chiese benedette non sono piú nostre!

— Come non sono nostre?

— Adesso le hanno gli Ebrei in appalto. Se tu non paghi prima l’Ebreo, non si può neanche dire la Messa.

— Che discorsi sono codesti?

— E se una canaglia d’un ebreo non mette con la sua sozza mano un segno sull’ostia santa, non si può neanche santificare la Pasqua.

— Costui mentisce, egregi signori! Non è possibile che un sozzo ebreo metta un segno sull’ostia benedetta.

— State a sentire! Non ho ancora detto che i preti cattolici per tutta l’Ucraina si fanno trasportare in carrozzino. E il guaio non è che vadano in carrozzino; il guaio è che attaccano al timone non già i cavalli, ma addirittura i cristiani ortodossi. State a sentire! Non ho detto ancora che le donne ebree si fanno delle gonnelle coi paramenti sacri dei nostri sacerdoti. Ecco la sciagura che è venuta addosso all’Ucraina, o signori! E voi ve ne state qua; ve la go-


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