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FESTA

mondo antico, scritto nel 1832, è nato, si può dire, insieme con una parte delle Veglie; e del resto, il Gogol volle espressamente che Mirgorod fosse considerato come una continuazione delle Veglie stesse. D’altra parte, l’origine di Taras Bul’ba deve essere alquanto posteriore a quella di Piccolo mondo antico, sebbene Mirgorod, come abbiamo visto, comparve in pubblico alcuni anni piú tardi degli Arabeschi. La ragione che indusse il Gogol a pubblicare non ancora maturo il suo poema in prosa sulla gloriosa vita dei cosacchi non è difficile a indovinare. Egli era stato preso in quegli anni (fra il 1831 e il 1834) da un grande amore per la storia, e insegnò storia, per poco, in un istituto femminile e poi all’università di Pietroburgo. Disegnò un trattato di storia universale, e studiò in particolare quella della Piccola Russia. Gli avvenne come al Manzoni, che la sua fantasia di poeta lo menò naturalmente a trasportare la materia storica in un’opera di poesia, e ne nacque un piccolo romanzo storico, che, a dire il vero, si trovò un po’ a disagio tra le novelle degli Arabeschi. Ma l’autore, che s’era già fatto un nome come novelliere, doveva allora dar prova della sua preparazione scientifica e giustificare davanti al pubblico la sua nomina a professore di storia.

Certo, quelli che lessero dapprima questo romanzetto, in mezzo a novelle di tipo fiabesco e di pura osservazione psicologica, dovettero pensare che un nuovo Gogol si affermasse accanto a quello già divenuto abbastanza celebre con le sue due serie di Veglie.

Il Gogol, lui stesso, abbandonato l’insegnamento e messi da parte i disegni di opere storiche, non disconobbe per questo i pregi innegabili del suo Taras Bul’ba, ma vi lavorò ripetutamente per renderlo piú perfetto. Simile anche in questo al Manzoni, cercò una piú compiuta fusione del fantastico con la realtà storica, e in pari tempo accentuò via via sempre piú


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