Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/408


GOGOL


Entrai in una cappella, e mi rivolsi a un vecchio venerando dai capelli grigi:

— Potete dirmi, di grazia, è vivo Ivan Nikiforovic?

In quel momento la lampada avanti all’icona mandò un guizzo piú vivo e un raggio di luce colpí direttamente la faccia del mio vicino. Pensate la mia sorpresa, quando guardandolo bene, vi scorsi dei lineamenti a me noti! Era proprio lui, Ivan Nikiforovic in persona! Ma come s’era cambiato!

— State bene, Ivan Nikiforovic? Come vi siete invecchiato!

— Sí, mi son fatto vecchio. Sono tornato oggi da Poltava — rispose Ivan Nikiforovic.

— Che mi dite? Voi avete viaggiato fino a Poltava con un tempo cosí cattivo?

— Che farci! il processo...

A questo punto senza volere sospirai.

Ivan Nikiforovic notò quel sospiro e disse:

— State tranquillo; ho informazioni sicure che la causa sarà decisa nella settimana entrante, e a mio favore.

Mi strinsi nelle spalle e mi allontanai per andare a cercare notizie di Ivan Ivanovic.

— Ivan Ivanovic è qui! — mi disse qualcuno — è nel coro.


406