Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/392


GOGOL

cambio di un kiset1 di marocchino con fregi in oro, e adesso egli ha un kiset come non ce l’ha nessuno. Per questa sodisfazione che ebbe, egli non può piú fare delle gite per le campagne, ma è costretto a rimanere in città e pernottare in varie case, specialmente da quei signori che provavano gusto a dargli dei buffetti sul naso. Ad Antonio Prokofjevic piace mangiare bene, ed egli giuoca a carte discretamente. Obbedire in ogni occasione è stato per lui principio elementare, e perciò, preso il bastone e il cappello, senza indugio si mise in cammino.

Ma, strada facendo, cominciò a pensare come avrebbe potuto indurre Ivan Nikiforovic ad andare al ricevimento. Il carattere piuttosto rude di quell’uomo, cosí rispettabile del resto, rendeva quasi impossibile la sua impresa. E poi, francamente, come egli avrebbe potuto risolversi ad andare, se perfino il levarsi dal letto gli costava già una gran fatica? Ma mettiamo pure che si levasse su, come sarebbe andato là dove si trovava — ed egli senza dubbio lo sapeva - il suo irreconciliabile nemico? Quanto piú Antonio Prokofjevic vi rifletteva su, tanto piú trovava ostacoli. La giornata era afosa;

  1. Borsetta da tabacco.

390