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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

tanto un’oca che allungava il collo verso di lui. Ivan Ivanovic sputò per rabbia, e prese a continuare il suo lavoro. Anche il secondo piuolo era segato; l’edifizio cominciò a tentennare. Il cuore prese a battere a Ivan Ivanovic cosí paurosamente, quando mise mano al terzo, che piú di una volta dovette interrompere il lavoro. Già piú di una metà del piuolo era segata quando il vacillante edifizio cominciò a scuotersi fortemente... Ivan Ivanovic fece appena a tempo a scansarsi con un salto, quando esso crollò con fracasso. Afferrata la sega, con una paura tremenda corse a casa e si gettò sul letto senz’avere neppure l’animo di spiare dalla finestra le conseguenze della sua terribile impresa. Gli parve che tutta la corte di Ivan Nikiforovic fosse adunata: che la vecchia fantesca, Ivan Nikiforovic, il ragazzo col soprabito smisurato, tutti armati di mazze provvedute da Agafia Fedosejevna, venissero a distruggere e frantumare la sua casa.

Tutto il giorno seguente Ivan Ivanovic lo passò come avesse la febbre. Sognava continuamente che l’odiato vicino, per vendicarsi, per lo meno gli bruciasse la casa; e per questo dava ordine a Gapka di guardare dappertutto per vedere se da qualche parte fosse raccolta della paglia secca. Da ultimo, per prevenire Ivan


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