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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

addietro strappò la parte superiore del frontespizio per trastullare il bambino), o pure riposando sotto la tettoia. Ma questa volta egli non si rivolse a nessuna di queste sue quotidiane occupazioni. Invece, incontratosi con Gapka, cominciò a rimproverarla perché si dondolava senza far niente, mentre, a dire il vero, essa portava la polenta in cucina; alzò il bastone contro il gallo ch’era venuto sulla scala per ricevere il consueto regalo, e quando gli corse incontro il ragazzino imbrattato con la camicetta sbrindellata e cominciò a gridare: — Babbo, babbo, dammi un mostacciuolo! — egli lo minacciò e pestando i piedi gli mise tanta paura, che il ragazzo atterrito scappò Dio sa dove.

Da ultimo, però, si fece una ragione e cominciò a dedicarsi alle faccende consuete. Piú tardi andò a cena, e giunta ormai la sera, si mise a riposare sotto la tettoia. Una buona zuppa d’erbe coi piccioni, preparata da Gapka, fece dileguare del tutto l’avventura del mattino.

Ivan Ivanovic daccapo cominciò a contemplare la sua azienda domestica. Da ultimo posò lo sguardo nel cortile del suo vicino e disse a se stesso: «Oggi non sono stato da Ivan Nikiforovic; voglio andarci ora». Detto questo, Ivan Ivanovic prese il bastone e il cappello e si di-


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