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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

so che di fresco. La vecchia gli andò incontro con un inchino, sbadigliò e rimase lí intontita. Innanzi alla casa era stata adattata una scaletta con una tenda sorretta da due colonne di quercia, sicuro riparo dal sole, che in quella stagione nella Piccola Russia non ama scherzare e inonda di sudore ardente da capo a piedi il viandante. Da questo si può vedere quanto forte era il desiderio che Ivan Ivanovic aveva di procurarsi quell’oggetto indispensabile, se egli si decise a uscire di casa a quell’ora, mancando perfino alla sua costante abitudine di uscire a passeggio soltanto di sera!

La camera in cui entrò Ivan Ivanovic era interamente buia, perché le imposte erano chiuse, e un raggio di sole, passando per una fessura praticata in una imposta, prendeva un colore iridato e, battendo sulla parete di contro, vi disegnava un variato paesaggio dai tetti di canne, dagli alberi e dai panni stesi nel cortile: soltanto, in immagine capovolta. Da ciò si comunicava a tutta la stanza una incantevole penombra.

— Dio vi assista! — disse Ivan Ivanovic.

— Oh, salute a voi, Ivan Ivanovic — rispose una voce da un angolo della stanza. Allora soltanto Ivan Ivanovic scorse Ivan Nikiforovic sdraiato su un tappeto disteso sul pavi-


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