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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA |
— Chi lo sa di che sorta? Se fosse mio, allora forse saprei anche dire di che è fatto; ma è del padrone.
Ivan Ivanovic si levò su e cominciò a osservare il fucile da tutti i lati, e dimenticò di fare una ramanzina alla vecchia perché lo metteva a prendere aria insieme con la spada.
— A quanto pare, esso è di ferro — continuò la vecchia.
«Hm! di ferro. Perché di ferro?» diceva tra sé Ivan Ivanovic. «È molto tempo che il padrone lo possiede?»
— Può darsi magari da molto tempo.
— Una bella cosina! seguitò a dire Ivan Ivanovic. — Glielo voglio chiedere. Che se ne fa lui? O pure farò un cambio con una cosa qualsiasi. Di’ un po’, nonnetta: è in casa il padrone?
— Sí, è in casa.
— Che fa? Si riposa?
— Sí, si riposa.
— Bene, ora verrò da lui.
Ivan Ivanovic si vestí, prese in mano un bastone nodoso per difendersi dai cani, giacché in Mirgorod i cani s’incontrano per le vie molto piú numerosi degli uomini, e uscí.
La fattoria di Ivan Ivanovic era, sí, confinante con quella di Ivan Nikiforovic, e sarebbe
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