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PICCOLO MONDO ANTICO

tava al naso; la forchetta, invece d’infilzarla nel pezzo di pollo, la ficcava nella bottiglia, e allora la ragazza gli prendeva la mano e la portava verso il pollo. A volte aspettammo parecchi minuti la pietanza successiva. Lo stesso Attanasio Ivanovic notò questo fatto, e disse:

— Che vuol dire che aspettano tanto a portare la pietanza? — Ma io vedevo attraverso una fessura della porta che il ragazzo incaricato di portare i piatti non ci pensava affatto, e dormiva con la testa ciondoloni sopra uno sgabello.

— Ecco, questa è la pietanza — disse Attanasio Ivanovic quando ci portarono in tavola i mnisc’ki1 alla crema — questa è la pietanza — seguitò a dire, ed io m’accorsi che la sua voce cominciava a tremare, e una lagrima si preparava ad affacciarsi dai suoi occhi plumbei, ma egli chiamava a raccolta tutte le sue forze per trattenerla: — Questa è quella pietanza che la bu... bu... buona... buon’anima... — e ad un tratto scoppiò in lagrime; il suo braccio cadde sul piatto, il piatto si ripiegò, saltò via e andò in pezzi; la salsa lo inondò tutto. Egli rimase a sedere insensibile; insensibile teneva in mano il cucchiaio, e le lagrime come rivi, come una fontana che versa mormorando, scorrevano,


  1. Pietanza ucraina, fatta con farina e giuncata.

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