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GOGOL


— Stammi attenta, Iavdocha — disse poi rivolgendosi alla massaia, che essa aveva intanto mandata a chiamare a bella posta. — Quando io sarò morta, abbi cura del padrone, accudiscilo, curalo come i tuoi occhi, come se fosse un figlio tuo proprio. Guarda che in cucina si preparino i cibi che piacciono a lui; pensa a dargli sempre la biancheria e gli abiti puliti; quando capitano degli ospiti, tu abbi cura di abbigliarlo in modo decente; se no, lui, magari, si presenterà con la vecchia veste da camera, perché anche adesso molte volte non ricorda quando è giorno di festa e quando è giorno di lavoro. Non gli levare mai l’occhio di dosso: io pregherò per te nel mondo di là, e il Signore te ne renderà merito. Non te ne scordare, Iavdocha: tu sei vecchia; non hai molto da stare al mondo... non ti mettere un peccato sull’anima. Se tu non gli starai con gli occhi aperti addosso, non avrai un’ora di bene nella vita. Io stessa pregherò Dio che non ti dia una buona morte. Sarai infelice tu stessa e saranno infelici i tuoi figli, e tutta la vostra famiglia non avrà in niente la benedizione di Dio.

Povera vecchietta! In quel momento non pensava né all’ora solenne che l’attendeva, né all’anima sua, né alla sua vita futura: pensava soltanto al suo povero compagno di viaggio, col


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