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GOGOL

stra aperta, quando s’accorgono che il cuoco è andato un momento a cogliere delle erbe. In genere, non conoscono alcun nobile sentimento; vivono di ruberie, e vanno a soffocare i piccoli passeri fino dentro ai loro nidi. Questi gatti da lungo tempo avevano fiutato attraverso una fessura sotto il granaio l’umile gattina di Pulcheria Ivanovna e da ultimo riuscirono a sedurla, come una brigata di soldati seduce una sciocca contadinella. Pulcheria Ivanovna notò la sparizione della gattina; mandò a cercarla, ma la gattina non si trovò. Passarono tre giorni; Pulcheria Ivanovna ne era spiacente, ma poi finí col non pensarci piú. Un giorno, dopo aver passato in rivista i suoi ortaggi, mentre se ne tornava portando dei cetrioli freschi e verdi colti con le sue mani per Attanasio Ivanovic, le giunse all’orecchio un molto lamentoso miagolío. Ella quasi istintivamente profferí: «Kisc, kisc!» e ad un tratto uscí dall’erba la sua gattina grigia, magra, stecchita; si capiva che ormai da parecchi giorni non aveva messo in bocca cibo di sorta. Pulcheria Ivanovna seguitava a chiamarla, ma la gattina era lí davanti a lei, miagolava, ma non osava avvicinarsi; evidentemente già in pochi giorni si era molto inselvatichita. Pulcheria Ivanovna andò avanti seguitando a chiamare la gatta, che veniva tutta ti-


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