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GOGOL

faceva da basso, e qualche volta ad esso si univa il brusío penetrante delle vespe; ma, non appena si accendevano i lumi, tutta la frotta si ritirava a dormire nel suo quartiere e copriva il soffitto con una nuvola nera.

Attanasio Ivanovic si occupava assai poco dell’azienda domestica, quantunque, del resto, andasse qualche volta dai mietitori e dai falciatori e stesse a guardare piuttosto attentamente il loro lavoro; tutto il peso della direzione era sulle spalle di Pulcheria Ivanovna. Il governo della famiglia per Pulcheria Ivanovna consisteva in un continuo aprire e chiudere la credenza per salare, seccare e cuocere un’immensa quantità di frutta e di verdura. La sua casa era simile in tutto e per tutto a un laboratorio chimico. Sotto un albero di melo era sempre acceso il fuoco, e quasi mai si toglieva dal treppiede di ferro la marmitta o il calderotto di rame, contenente lo sciroppo, la gelatina, i canditi, preparati al miele, allo zucchero e non ricordo a che altro ancora. Sotto un altro albero il cocchiere distillava eternamente con un alambicco di rame la vodka alle foglie di pesco, al fiore di amarasco, alla centaurea, ai noccioli di ciliege, e alla fine di questo processo non era mai in grado di muovere la lingua; borbottava parole insensate che Pulcheria Iva-


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