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TARAS BUL'BA

mai visto un cosacco, non sa che razza sono i cosacchi.

L’apparizione di conti e baroni stranieri in Polonia era cosa abbastanza comune: vi erano spesso attirati unicamente dalla curiosità di osservare quell’angolo d’Europa quasi mezzo asiatico; la Moscovia e l’Ucraina si consideravano come appartenenti addirittura all’Asia. E per questo l’aiduco, fatto un inchino abbastanza profondo, ritenne conveniente aggiungere alcune parole di suo:

— Io non so capire signoria illustrissima — egli disse — perché desiderate di vederli. Sono cani, non sono uomini. E hanno una religione tale che nessuno la stima.

— Bugiardo, figlio del diavolo! — disse Bul’ ba — sei tu un cane! Come osi dire che la nostra fede non si stima? È la vostra eretica religione, che non si stima!

— Ehè, he! — disse l’aiduco — ma io so chi sei, amico: sei tu stesso di quelli che già alloggiano presso di me. Ora, aspetta, che chiamerò qui i nostri.

Taras si avvide della sua imprudenza, ma la sua fierezza e il suo dispetto gli impedivano di pensare al modo di ripararvi. Per fortuna, Jankelj in un attimo s’affrettò a intromettersi.

— Illustrissimo signore, come è possibile


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