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GOGOL |
al loro atamano. Ma non erano ancora usciti dal bosco, che già le forze nemiche avevano accerchiato il bosco da ogni lato, e tra gli alberi si vedevano dappertutto cavalieri con le sciabole e con le lance.
— Ostap, Ostap, non ti arrendere! — Taras, ed egli stesso, impugnata la spada sguainata, cominciò ad accogliere con tutti gli onori i primi che lo assalivano da tutti i lati. Su Ostap si lanciarono al galoppo in sei; ma non in buon punto lo investirono: ad uno volò subito via la testa; il secondo si voltò e batté in ritirata; il terzo si buscò un colpo di lancia nelle costole; il quarto fu piú audace; chinando la testa scansò una palla, ma la palla infocata si conficcò nel petto del cavallo — s’inalberò furiosamente il cavallo e stramazzò con fracasso a terra seppellendo il cavaliere.
— Bravo, Ostap! Bravo figlio! — gridò Taras — ecco io vengo dietro a te!
Ma egli stesso si batteva continuamente con gli assalitori. Si schermisce e attacca, Taras, distribuisce a questo e a quello regali sulla testa, e sempre guarda avanti a sé tenendo dietro con l’occhio a Ostap, e vede che daccapo gli piombano addosso almeno in otto in una volta.
— Ostap, Ostap! non ti arrendere!
Ma già lo sopraffanno, Ostap; già gli hanno
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