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TARAS BUL'BA

sava tra sé il figlio maggiore, Ostap «sa tutto questa birba d’un vecchio, e sempre fa lo gnorri.»

— Secondo me, l’archimandrita non vi lasciava sentir neppur l’odore dell’acquavite — continuò Taras. — E invece, dite la verità, figliuoli, vi picchiavano ben bene con le bacchette di betulla e di ciliegio verde sulla schiena e su tutto ciò che ha un cosacco? E, chi sa? via via che divenivate un po’ troppo intelligenti, chi sa? vi frustavano anche con lo staffile? E, scommetto, non soltanto il sabato, ma vi toccava anche nel mercoledí e nel giovedí?

— Non giova, babbo, ricordare quel che fu — rispose senza riscaldarsi Ostap — il passato è passato!

— Fa’ che ci si provi adesso! — disse Andrea — lascia che uno qualunque si provi soltanto ad attaccar briga! Ecco, lascia che adesso ci capiti sotto una qualsiasi banda di Tartari, e s’accorgerà che cosa è una sciabola cosacca!

— Bravo, figlio! com’è vero Dio, bravo! E giacché siamo a questo punto, ebbene, verrò anch’io con voi! Com’è vero Dio, ci vengo. Che diavolo ho da aspettare qui? Di diventare mietitore di granturco, o mastro di casa, o guardare le pecore, o magari i porci, e ingrullire con


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