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GOGOL

goli di terra nera. L’ingegnere francese si cacciò le mani nei capelli alla vista di una incapacità cosí fatta; e si accinse a dirigere egli stesso il tiro, non badando al fatto che i cosacchi seguitavano a sparare e spandere dappertutto una pioggia di palle.

Taras aveva veduto già da lontano che un disastro stava per toccare a tutta la kurjenja di Nesamajkov e a quella di Streblikiv, e gridò forte:

— Scostatevi subito dai carriaggi e monti ciascuno a cavallo.

Ma i cosacchi non avrebbero fatto a tempo a compiere l’una cosa e l’altra, se Ostap non avesse coi suoi dato addosso proprio nel mezzo all’artiglieria nemica, e fatto saltare le micce a sei cannoni; a quattro soltanto non riuscí a farlo, ché i Ljachi lo fecero indietreggiare. E in quel momento il capitano straniero prese egli stesso in mano una miccia, per tirare da un cannone enorme, quale i cosacchi non avevano mai veduto fin allora. Esso pareva guardare dalla sua gola immane, ed erano mille morti che di lí guardavano. E quando esso tuonò, e dietro ad esso gli altri tre, si scosse quattro volte la terra echeggiando cupamente — e quanti lutti ne seguirono! Non sarà uno solo il cosacco per cui singhiozzerà la vecchia madre, percuotendo-


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