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TARAS BUL'BA

per loro capo. Sentirono i Ljachi che la mischia oramai diveniva troppo accesa, indietreggiarono e attraversarono di corsa il campo per andare a raccogliersi in un altro punto di esso. E il colonnello bassetto fece un cenno con la mano a quattro centurie fresche, poste in disparte proprio accanto alle porte, e di lí partì tuonando una scarica d’artiglieria contro le masse dei cosacchi; ma quasi nessuno fu colpito; la scarica prese i bovi cosacchi, che volgevano alla battaglia uno sguardo feroce. Muggirono i bovi atterriti, si voltarono contro le schiere cosacche, fracassarono i carri, e calpestarono molta gente. Ma Taras frattanto, slanciandosi dall’agguato col suo reggimento, si diede ad intercettarli con grandi urli. Si voltò addietro tutta la mandra infuriata, e sí scaraventò spaventata dagli urli, contro i reggimenti polacchi, rovesciò la cavalleria, pestò e disperse tutti.

— Oh, grazie a voi, o bovi! — gridarono i Saporogini — avete fatto tutto il vostro dovere nella marcia, ma ora avete prestato anche un servigio di guerra!

E urtarono con nuove forze i nemici. Molti allora ne uccisero. Si segnalarono in quell’occasione parecchi: Metelizja, Scilo, i due Pisarenko, Vovtusjenko, e tanti e tanti altri. Si


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