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TARAS BUL'BA

suocero, del padre di mio padre e del padre di mia madre, se io v’imbroglio. Se vossignoria lo permette, io dirò perfino il motivo per cui egli passò da quella parte.

— Qual motivo?

— Il Vojevoda ha una figlia che è una bellezza. Dio benedetto, che bellezza! — Qui l’ebreo si provava, per quanto gli era possibile, ad esprimere con la sua faccia e coi gesti la bellezza, allargando le braccia, socchiudendo gli occhi e torcendo da un lato la bocca, come assaggiasse qualcosa.

— Via! e questo che vuol dire?

— Per lei ha fatto tutto, e per lei è passato. Quando un uomo s’innamora, allora per lui tutto è uguale; è come la suola delle scarpe, che, se tu la bagni nell’acqua, la prendi, la pieghi, e quella si piega.

Bul’ba divenne molto pensieroso. Ricordò che grande è il potere di una debole donna, e che molti uomini forti esso mandò in rovina, e che da quel lato era molto arrendevole l’indole di Andrea; e rimase un pezzo come confitto nello stesso posto.

— Ascolta, signore, io dirò tutto a vossignoria — disse l’ebreo. — Non appena io sentii il frastuono e vidi che entravano in città, io presi con me per ogni buon fine un filo di


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