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GOGOL

geva l’anima, e tutto in lei, dalla fronte mestamente chinata e dagli occhi abbassati fino alle lagrime gelate e disseccate sulle sue guance percorse da una fiamma lenta, tutto pareva fosse lí a dire: «Non c’è ombra di felicità in questa persona».

— Non s’è mai inteso al mondo, non è possibile, non deve essere disse Andrea — che la piú bella e la migliore delle donne debba sopportare una sorte cosí triste, mentre essa è stata creata perché dinnanzi a lei, come dinnanzi alle cose sante, dovesse chinarsi in adorazione tutto ciò che c’è di meglio al mondo. No, tu non morrai! Non tocca a te morire; giuro sulla mia nascita e su quanto ho di piú caro al mondo, che tu non morrai! Se proprio si dovesse giungere al punto che in nessun modo, né con la forza, né con le preghiere, né col valore, sarà possibile sfuggire alla sorte amara, allora morremo insieme, e morrò io prima di te, alle tue ginocchia adorate, e solo quando sarò morto, mi staccheranno da te.

— Non illudere, o cavaliere, te stesso e me — disse lei, scotendo lentamente la sua mirabile testa — io so, e per mio grande affanno so anche troppo bene, che tu non puoi amarmi; so quale è il tuo dovere e la tua legge: ti ri-


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