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80 NOVELLE UKRAINE

punch, che pure senza volerlo e senza saperlo mandò giù. Dopo due partite un nuovo bicchiere di punch gli fumigava dinanzi, e anche questa volta si credè in dovere di vuotarlo, senza aver detto prima: «Signori, è tempo che me ne vada, è già un po’ tardi.» Ma si mise di nuovo a sedere per un’altra partita.

Per la sala, a riscontro dei giuocatori di whist abbastanza taciturni, quelli che non giuocavano discorrevano del più e del meno.

Da un lato un capitano di cavalleria, sprofondato in un cuscino, raccontava, fumando, con eloquenza e disinvoltura, le proprie avventure erotico-sentimentali, e il gruppetto che gli stava attorno l’ascoltava con raccoglimento quasi mistico.

Un proprietario, enormemente voluminoso, con un pajo di braccia tanto corte che sembravano due patate che gli fossero germogliate sulle spalle, se ne stava ad ascoltare con un’espressione infinitamente benigna e non si muoveva se non per tentare, con quei suoi moncherini, di prendere dietro alla tasca dell’immenso dorso la tabacchiera.

Da un altro lato si era impegnata una discussione molto calda sull’istruzione degli squadroni, e Certokùzki, che in quel momento aveva giuocato due volte fante invece di regina, ad un tratto si mischiò a una conversazione del tutto estranea, urlando, dal suo angolo: «In che anno?» oppure «Qual reggimento?» senza accorgersi che la domanda, le più volte, non aveva nulla a che fare con l’argomento.

Pochi momenti prima della cena il giuoco terminò, continuandosi ancora nelle discussioni, sicchè pareva che tutte le teste fossero piene di whist.

Certokùzki si rammentava benissimo di aver vinto molto, ma di non aver intascato nulla: alzatosi da tavola rimase lungamente nell’attitudine di un uomo che cerchi e non trovi il fazzoletto da naso. S’intende bene che non vi fu penuria di vino: anzi Certokùzki si trovò più volte costretto, senza e contro volontà, a mescersi da bere, perchè tanto alla sua destra quanto alla sua sinistra c’era un’intera legione di bottiglie.

Dopo cena si variarono stranamente e si moltiplicarono gli argomenti di conversazione. Un colonnello, reduce dalla campagna del 1812, narrava minuziosamente