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LA CARROZZA 79


– No, Eccellenza, m’è capitato per caso. Lo comprò un amico mio d’infanzia, una degna persona, col quale stareste benissimo insieme; fra me e lui non c’era quistione di mio e di tuo: tutto in comune! Si giuocava alle carte, e glie lo vinsi. Vorreste, Eccellenza, farmi l’onore di venire a pranzo con me domani? Così vedreste anche il legno.

– Non saprei rispondervi. Sapete, io solo credo che... Ad ogni modo invitereste anche gli ufficiali?

– Anche i signori ufficiali; felicissimo! Signori! sarà per me il più grande onore di vedervi tutti in casa mia.

Il colonnello, il maggiore e gli altri ufficiali ringraziarono inchinandosi cortesemente.

– Quanto a me, Eccellenza, son sempre stato d’opinione che una cosa, o si debba comprar buona, o non si debba comprare. Domani, se verrete da me, vi mostrerò gli oggetti che ho comprati per il buon andamento della casa.

Il generale lo guardò e mandò un buffo di fumo.

Certokùzki si sentiva pienamente soddisfatto dell’invito fatto ai signori ufficiali; già ideava come dovevano essere e comparire in tavola le salse e i dolci, e guardava contento gli ufficiali; i quali, dal canto loro, moltiplicavano la simpatia verso di lui, con gli sguardi e con i graziosi inchini del capo.

Certokùzki si faceva sempre più disinvolto, tutta la sua persona era invasa dalla febbre della contentezza.

– Fareste anche conoscenza colla padrona di casa, Eccellenza?

– Con gran piacere – disse il generale lisciandosi i baffi.

Dopo poco Certokùzki prese il cappello per tornarsene a casa, a preparare per tempo il pranzo e il ricevimento di domani; ma un curioso incidente lo trattenne ancora.

Intanto tutti gl’invitati si erano sparpagliati nei tavolini da giuoco per la partita al whist.

Furon portate le candele.

Certokùzki restò un po’ incerto se dovesse o no mettersi a giuocare al whist; ma gli parve atto villano rifiutare gli inviti trascinatori degli ufficiali. Senza saperlo e senza volerlo si vide dinanzi un bicchiere di