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76 NOVELLE UKRAINE

Indovinava dove stanziasse un reggimento di cavalleria e vi accorreva immediatamente a stringer relazione, lì per lì, coi signori ufficiali, e a farsi pagar da bere.

Nelle passate elezioni aveva invitato quanti nobili gli era stato possibile a un magnifico pranzo, durante il quale aveva trovato modo di coglier l’occasione per dichiarare che, se lo avessero eletto presidente, avrebbe pensato a far prosperare la condizione dei nobili. In generale si comportava da signore, come dicevano; aveva sposato una moglie bellina, con duecento anime e parecchie migliaja di lire in dote, per giunta. Coi contanti della dote aveva subito fatto dorare i battenti e parecchi ferrami di casa, aveva acquistato tre pariglie squisite, più una scimia addomesticata squisitissima, più aveva messo su un maestro di casa francese. Le duecento anime e le altre duecento di sua proprietà le aveva messe in ipoteca per un’operazione commerciale.

Tutto sommato era un proprietario a modo... un proprietario di que’ boni.

Al pranzo c’erano altri proprietari, dei quali però non val la pena di parlare, alcuni militari del reggimento, un colonnello e un maggiore sufficientemente carnoso.

Anche il generale era vigoroso e ben pasciuto; buon superiore, a detta degli ufficiali, che dal pieno petto emetteva la più bassa e sonante voce che si fosse mai udita.

Il pranzo fu magnifico: gli storioni d’ogni specie, le ottarde, gli asparagi, le quaglie, le pernici, i funghi eran lì a provare come il cuoco, dalla sera del giorno innanzi, non si fosse bagnate le labbra con sostanze spiritose o altro; e come quattro soldati, branditi quattro coltelli, avessero lavorato in quattro angoli della cucina, in qualità di sguatteri, per preparare in tempo la fricassea e i gelati.

L’incommensurabile e innumerabile stuolo delle bottiglie lunghe di Lafitte e corte di Madera, la sfolgorante giornata estiva, le finestre spalancate, i vassoi ricolmi di ghiaccio, i nivei sparati dei frak tutti sgualciti e ammaccati, i discorsi incrociantisi da ogni parte, soffocati talora dal cannoneggiamento della voce del