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66 NOVELLE UKRAINE

dono una cintura adorna di brillanti o, se vuoi, dell’oro; ma trovami quella terribile strega che non mi dette pace nel mondo bello e non fu contenta finchè non mi fece faticare come un facchino, non levò dal mio viso il rosso colle sue stregonerie, non mi fece livido il collo coi suoi artigli... Vedi questi piedi bianchi? Hanno camminato, camminato sempre per i prati e per la rena scottante, per la mota e per il ciottolato... hanno camminato sempre... Vedi questi occhi?... questi miei poveri occhi che non ci vedono più, perchè hanno pianto tanto... tanto. Trovamela, giovane, la mia matrigna!...

La sua voce, che si era alzata tutt’a un tratto supplichevole, si tacque per lasciar scorrere una pioggia di lacrime.

Il petto del giovinotto fu punto da un senso di pietà e di tristezza:

– Son pronto a far tutto per te – disse con trasporto ma come, dove posso trovarla?

– Guarda, guarda! – disse rapidamente la povera signorina. – Ella è là, e danza fra le mie compagne e si scalda alla luna; ma è maligna e astuta. Si cambiò in annegata e ora è qui... la sento che mi opprime... mi soffoca; ed è per lei che non posso nuotare più leggiera e libera come prima. Son pesante e vado a fondo come un sasso... Trovamela, giovinotto!

Levko guardò verso la riva, dove, in un turbinio di nebbie d’argento, fluttuavano le ragazze, leggiere come ombre, in bianchi veli; da lontano parevano mughetti ingemmanti un prato.

Le collane, i vezzi e i medaglioni d’oro brillavano sui loro colli, ma esse erano tutte pallide e avevano il corpo come materiato di nubi di fosforo, trasparente al raggio della luna.

Il branco sollazzevole si appressò a lui, tantochè egli poteva ben distintamente udirne le parole:

– Andiamo a giuocare al corvo – sussurrarono tutte, frusciando come il canneto che il vento sfiora nell’ora del crepuscolo.

– E chi fa da corvo?

Fecero il conto e toccò in sorte a una ragazza che uscì dalla folla.

Levko l’esaminò ben bene e vide che il viso e le