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64 NOVELLE UKRAINE

modo vostro? di tener mano a quei pezzi d’asini?   Corpo di... Cosa vuol dire questo? Voi sostenete il brigantaggio, sacr...? Voi? Ora ora farò io il rapporto al prefetto e si vedrà un poco. Capite?... via... lesti... più presto... perdio... perchè... Che io vi... che voi mi...

Tutti fuggirono.

V.

L’annegata.


Senza nessuna inquietudine, senza nemmeno pensare agli sbirri lanciatigli alle calcagna, l’ideatore di questo diavoleto ritornava adagio adagio allo stagno e alla vecchia dimora.

Non è necessario dire che tale era Levko: aveva la pelliccia nera sbottonata e il capo scoperto gocciante di sudore.

Tutto era quieto: il bosco di aceri che mostrava al raggio lunare le sue masse frondose e nereggianti; l’acqua dello stagno che alitava la sua frescura, indussero il nostro stracco viandante a riposarsi fra le deliziose ombre refrigeranti.

Dal bosco venivano con la brezza i trilli e i gorgheggi dell’usignolo. Levko si sentiva vinto dal sonno, il sopore persuadeva le sue membra stanche ad assopirsi e il suo capo a chinarsi.

– Io... mi addormenterei anche qui, disse stropicciandosi gli occhi e guardando d’intorno la notte splendida, che mai non aveva veduto più bella.

Al calmo fulgore lunare s’era mescolata una luminosità deliziosa e fantastica, che abbarbagliava i dintorni con una pioggia d’atomi d’argento, e pareva odorasse di meli in fiore e di fragranze notturne.

Posò gli occhi sulle acque ferme dello stagno, ove si rispecchiava capovolta la casa signorile, non più tetra e solitaria, ma lieta e serena, con le finestre allegre e coi puri cristalli rilucenti d’oro. Ed ecco gli parve che una finestra si fosse aperta... trattenne il respiro.

Senza staccar gli occhi dai gorghi tremolanti dello stagno, nella cui profondità gli parve per un istante