Pagina:Gogol - Novelle Ukraine, traduzione di Ascanio Forti, Sonzogno, Milano, 1903.djvu/6

6 NICOLA GOGOL

passò presto: bastò un bagno freddo nella realtà a guarirlo.

Un anno dopo andò a Pietroburgo, con la speranza di vedersi offerta qualche alta carica negli impieghi governativi, ma per tutto si vide rigettato per insufficienza di titoli. Provò quanto sia duro il noviziato della realtà e quanto sia penosa la ricerca del pane. Si consolava ogni sera raccontando le vicende del passato felice a un compagno di sventura, con cui scompartiva una cameruccia di uno dei subborghi più oscuri. Un giorno, col denaro che la madre gli aveva mandato per prosciogliere la casa paterna da un’ipoteca, spensieratamente, s’imbarca in un battello senza saperne la direzione, sbarca a Lubeck, vagabonda per alcuni giorni, finisce i quattrini e se ne torna a Pietroburgo colla testa meno calda, pentito e deciso a tutto rimediare.

Qualche tempo dipoi, dopo intercessioni e raccomandazioni, potè ottenere un posto di spedizioniere al ministero degli appannaggi. Quivi, fra una copia e un’altra della prosa del capo divisione, gli si delineavano netti quei graziosi quadretti della vita burocratica, dalla quale era torturato, e che poi torturò a sangue colla più terribile arma inquisitoria: col ridicolo. Date le sue dimissioni, volle fare l’attore drammatico: non fu accettato per scarsità di voce. Fu precettore nelle più nobili famiglie dell’aristocrazia, Vassilcikoff e Balabin, e frattanto fece serî studî di lingua e letteratura russa. Frutto di tali studî furono i suoi primi timidi saggi che pubblicò su riviste, col pseudonimo di Han Kuchel Garten, che ebbero i morsi del gran critico Polevoi, dei quali lo compensarono gli entusiastici apprezzamenti del Puskin. Il quale gli era divenuto fratello più che amico e amava riverberare su lui, come su