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38 NOVELLE UKRAINE

che si sentì fra le braccia del giovane della svita bianca, il quale con un branco di gente l’attendeva in istrada.

– Che Dio vi benedica – disse Cerevik, avvicinando le mani dei novelli sposi – e vi faccia stare uniti come i fiori d’una corona.

In questo mentre fra la folla vi fu un po’ d’agitazione.

– Che io crepi se lascio finire il matrimonio! – urlava la compagna di Solopi, che la gente respingeva indietro ridendo a crepapelle.

– Sta’ zitta; non t’arrabbiare, moglie – le diceva Cerevik a sangue freddo, rassicurato dai muscoli robusti degli zingari che la trattenevano. – Quel che è fatto è fatto, e non mi garba ritirare la parola data.

– No, no! questo non sarà mai – gridava come un’ossessa Teodora.

Ma nessuno si curava delle sue parole e già molte coppie si erano slanciate attorno alla giovine coppia, circondandola d’un impenetrabile muro danzante.

Era una cosa strana vedere come ad un sol fremito d’archetto del musicante, vestito d’una vivida svita, ma coi baffi arricciati all’insù con cura, si componesse l’armonia e l’ordine fra gente di vari e opposti sentimenti. Taluno, sul cui cupo viso pareva non avesse mai aleggiato un sorriso, batteva il tempo col piede e col braccio. Tutto si slanciava e ballava...

Ma più stravagante e curiosa era la vista di certe vecchierelle, i cui vetusti visi eran composti da una freddezza di sepolcro, e che pure amavano agitarsi fra quella ridente e fervente giovinezza.

Poverette! senza neanche la gioja dell’infanzia, senza nemmeno una sola scintilla di quella simpatia che suole sprizzare il vino – come il meccanico obbliga il meccanismo a mettersi in moto – esse dondolavano pigramente le loro teste avvinazzate, ballonzolando fra la folla, senza gratificar di uno sguardo o di un sorriso la nuova coppia.

Poi le risa, lo strepito e i canti si affievolirono e l’archetto lanciò gli ultimi suoni stanchi e morenti nel vacuo dell’aria. Perdurò ancora un poco lo scalpitìo dei piedi, simile al murmure del mare in lontananza. Poi più nulla: tutto ritornò deserto e muto.